Il racconto della domenica: La mela marcia di Daniele Lince

 Il racconto della domenica: La mela marcia di Daniele Lince

Illustrazione di Elena Beatrice

La signora Giovanna si recò all’ufficio «Scaduti e Avariati» il giorno seguente la data di scadenza – riportata dietro l’orecchio sinistro. L’addetto allo sportello e all’assegnazione dei numeri per l’attesa la rimbalzò senza nemmeno guardarla in faccia.

«Ma come? Da oggi io non posso più circolare, sono scaduta» lamentò la signora Giovanna.

«Guardi, c’è stato un problema organizzativo, si sono accumulate un po’ di pratiche, venga tra un mese esatto e potremo procedere anche con lei.»

La signora Giovanna tentò di spiegare che avrebbe infranto la legge ad andare in giro: «Mi date un foglio di permesso, per evitare rogne in caso mi fermasse la polizia?».

«No, guardi, non è previsto nulla, resti chiusa in casa, senza recar pericolo a nessuno.»

«E la spesa chi me la fa? Vivo sola, mio marito è scaduto l’anno scorso.»

L’addetto si guardò intorno e poi, sporgendosi leggermente dal bancone, disse sottovoce: «Un giretto se lo può anche fare, ma non dia troppo nell’occhio».

«Ma cosa va dicendo?! Porto a lei le multe se mi beccano?!»

«Guardi, abbassi la voce e se ne vada, altrimenti chiamo la guardia e la faccio mettere subito nell’umido senza passare dal medico per l’iniezione!»

La signora Giovanna si trattenne. L’idea di finire nell’umido, in mezzo ai corpi in decomposizione senza aver fatto l’iniezione per il sonno eterno, la fece rabbrividire. Si allontanò dallo sportello e, delusa, se ne andò. Tornò a casa con la paura di essere colta in flagranza di reato. Indossò la cuffia abbassando i paraorecchie, benché il freddo non fosse così rigido quella mattina. L’importante era che qualcuno non adocchiasse la sua scadenza.

Una settimana più tardi, dopo essersi annoiata chiusa in casa, rinunciando a tutti gli incontri con le amiche della parrocchia e pure al gruppo di lettura del venerdì sera, si rese conto di aver finito le provviste. Decise così di andare a fare la spesa. Prima di uscire si annusò: tutto sommato aveva ancora un odore gradevole e non sapeva di marcio, si tranquillizzò. Cuffia con paraorecchie ben sistemati, soprattutto quello sulla sinistra, e sciarpa di lana grande tirata su fin sotto il naso. Ma il camuffamento non servì, i suoi occhi grandi e azzurri non passarono inosservati. Nel breve tragitto che separava casa sua dal market più vicino, incontrò un sacco di amici del quartiere, che la fermarono per chiacchierare e capire come mai non si era più fatta vedere e aveva pure smesso di rispondere al telefono. Aveva una tremenda paura di infettare tutti, era la mela marcia del gruppo ma non poteva dirlo. Le uscite continuarono e la signora Giovanna si rese conto di qualcosa di inaspettato e per certi versi sorprendente: non aveva segni di marcio e si sentiva bene, forse un po’ stagionata ma in buona salute e le persone che incontrava non marcivano, anzi, gradivano come sempre la sua compagnia.

Il mese passò e quando arrivò il fatidico giorno, la signora Giovanna era troppo impegnata con la lotteria della parrocchia per presentarsi all’ufficio «Scaduti e Avariati». Visse ancora per diverso tempo e tutti i giorni ringraziò il cielo per l’eccessiva burocrazia delle istituzioni, grazie alla quale non ricevette nemmeno un richiamo o una sanzione finché non sopraggiunse la sua scadenza naturale. Tempo dopo, quando la signora Giovanna era ormai fertilizzante per i campi, qualcuno scoprì il segreto. Tuttavia nessun giornale volle pubblicare la notizia: una ribellione degli scaduti faceva troppa paura.

Daniele Lince

Blam

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