I segreti sepolti nella provincia della Bassa padana, «Gente alla buona» è l’ultimo romanzo di Mattia Grigolo

 I segreti sepolti nella provincia della Bassa padana, «Gente alla buona» è l’ultimo romanzo di Mattia Grigolo

Gente alla buona (Fandango, 2024), ultimo romanzo di Mattia Grigolo, racconta di una provincia che vive di chiacchiere da bar, regole non dette, crudeli prese in giro e segreti taciuti per anni. In un piccolo paese della Bassa padana, che «è una stanza» dove non sembra mai succedere nulla e dove tutti conoscono tutti, un duplice omicidio sconvolge le vite della «gente alla buona», rinsaldando quei legami di sangue e di amicizia tramandati di generazione in generazione. 

«La gente che parla, la gente che non può nascondersi mai, la gente che muore e quella che nasce, la gente che resta, la gente che scappa. La gente alla buona».

Gente alla buona di Mattia Grigolo: la trama del libro

Toni, Sander e Marione sono cresciuti insieme in «quelle campagne, ereditate dai loro padri e dalla guerra […]. Sono uomini del paese, padroni e schiavi della terra e della ridicola economia di quel luogo». I loro figli Brando Sara e Larcher sono diventati fratelli tra le messe comandate la domenica, le corse lungo le strade polverose che conducono ai campi e il bar Anna dove consumare bianchini a ogni ora.

Nella notte di Natale del 1995, i ritmi e i codici del paese sono stravolti dalla tragica morte di Mighé, tredicenne figlio di immigrati che avevano lasciato il Sud Italia alla ricerca di un futuro migliore, e dalla misteriosa scomparsa Gianin, il matto di paese «dal braccio sifulo» che viveva insieme alla cagnetta Mimì nella catapecchia comunale. Gli adulti del paese e il giovane parroco don Maurizio si stringono intorno a Brando Sara e Larcher, per cercare di proteggere un’innocenza ormai infranta. «Probabilmente nessuno di loro lo sa e mai lo sapranno con certezza, ma quello è il momento in cui i pensieri dei tre ragazzi si uniscono, appesi a un invisibile filo che si tende, legandosi alla loro infanzia, la loro amicizia, la perdita».

Come se il tempo si fosse fermato a quel Natale, la narrazione torna ripetutamente a quella notte del 1995 con continui flashback per far luce sulle colpe collettive di un paese in cui il confine tra vittima e aguzzino, colpevole e innocente, diventa sempre più sottile. 

Mattia Grigolo: chi è lo scrittore di Gente alla buona

Mattia Grigolo è nato e cresciuto nella provincia milanese raccontata nel suo ultimo romanzo. Insegnante di scrittura creativa e giornalista freelance, ha fondato la rivista letteraria «Eterna» e il magazine «Yanez». Da anni vive a Berlino dove è direttore artistico di laboratori ed eventi creativi per «Le Balene Possono Volare». Curatore e editor della collana Stormo di Pidgin, è autore di racconti per diverse riviste letterarie, tra cui anche Rivista Blam! e dei romanzi La raggia (Pidgin, 2022) e Temevo dicessi l’amore (TerraRossa edizioni, 2023).

Consiglio letterario: perché leggere Gente alla buona di Mattia Grigolo

La provincia è «una madre obesa coi seni appoggiati sulla pianura» che protegge quei legami fraterni tramandati di generazione in generazione e respinge con diffidenza chi viene da fuori. È una madre che accoglie premurosa e al tempo stesso soffoca con «i suoi codici, la sua forma, l’amalgama di tutti quando tutti sono uno solo». Con una prosa fotografica, tra dialoghi che ricalcano il dialetto e descrizioni minuziose del microcosmo di paese, Mattia Grigolo racconta le sfaccettature della provincia. Giocando con la linea del tempo attorno al duplice omicidio perno del suo narrare, Grigolo invita il lettore a chiedersi se, davvero, la tranquilla gente di provincia è davvero gente alla buona.

 

A cura di Francesca Cocchi

Blam

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