«Un animale selvaggio», il ritorno letterario di Joël Dicker è figlio delle ossessioni

 «Un animale selvaggio», il ritorno letterario di Joël Dicker è figlio delle ossessioni

L’ultimo lavoro di Joël Dicker, Un animale selvaggio (La nave di Teseo, 2024), è la storia di una rapina avvenuta in una gioielleria situata sulla riva del lago di Ginevra, che diventa il pretesto per raccontare molto di più sulla società attuale e sulle sue ossessioni. L’alternanza di piani temporali e i flashback ambientati in giro per l’Europa servono a dare spiegazioni ma anche a confondere, senza far capire totalmente cosa sia successo quel giorno e come le vite di due famiglie, vicine e distanti, siano connesse più di quanto loro stesse pensino. 

Un animale selvaggio di Joël Dicker: la trama del libro

A quattro chilometri da Ginevra, precisamente a Cologny, ci sono due famiglie che appartengono a due classi sociali diverse, vicine di casa ma non troppo, come se la distanza fisica esistente tra le due abitazioni simboleggiasse anche quella dei modi di vivere dei Braun e dei Liégean. I primi, Sophie l’avvocato e Arpad il banchiere, hanno da poco comprato una «villa di vetro» immersa nel bosco; i secondi, Greg il funzionario pubblico e Karine la commessa, vivono in un complesso residenziale poco distante da quel bosco e dalla Cologny bene, a rappresentare il ceto medio. I figli delle due coppie vanno a scuola assieme, giocano a calcio assieme e le due famiglie iniziano a frequentarsi scoprendo di gradire la reciproca compagnia, ma anche di provare ammirazione e al tempo stesso invidia l’una verso l’altra. La rapina del 2 luglio 2022 avvenuta in una gioielleria sarà il pretesto per scoprire i segreti che le due famiglie nascondono e perché l’ossessione del poliziotto Greg per l’altra coppia (soprattutto per la bella Sophie) è sicuramente malsana ma forse giustificata. 

Un animale selvaggio: due apparenze, entrambe fuorvianti

Veloce e asciutto, oltre che ricco di colpi di scena, Un animale selvaggio attinge a più trame, tutte utili per raccontare la rapina del 2 luglio. Si scoprono così i segreti dei protagonisti, legati tra di loro da un rapporto di buon vicinato ma anche da una malsana curiosità morbosa nei confronti della «coppia perfetta», ognuna nell’accezione che l’altra gli ha attribuito. Greg, essendosi innamorato perdutamente di Sophie, sfrutta il suo lavoro di poliziotto per spiarla nell’intimità della casa di vetro immersa nel bosco. C’è poi Arpad, marito di Sophie, con un passato poco chiaro fatto di fughe rocambolesche da Londra e da Saint Tropez, e legato a un certo Fauve in maniera decisamente squilibrata. Come se non bastasse, Karine, moglie di Greg, attratta anche lei dalla quarantenne magnetica, instaura con Sophie un rapporto di amicizia, che sfocia in idolatria. Sophie, a sua volta, invidia Karine e Greg per la loro serenità e armonia familiare: cosa che evidentemente manca in casa Braun, nonostante la copertina patinata fatta di carriere e soldi.

Tutto «sembra» ma non è, tutti vogliono far credere qualcosa, ma la verità è diversa. Cosa muove tutto questo gioco di finzione? Perché si dovrebbe tenere un animale selvatico in cattività, segregandone il suo istinto naturale? La metafora messa in piedi da Joel Dicker è perfettamente applicabile a tutti i protagonisti del romanzo. Ma, al di là dei singoli personaggi, il vero tema protagonista di Un animale selvaggio è l’apparenza, o meglio le apparenze, due per la precisione: l’immagine che gli altri hanno di noi e quella che noi stessi proiettiamo all’esterno. Lo ha ammesso lo stesso Dicker, in una recente intervista radiofonica: invidiamo e spiamo persone senza sapere chi siano veramente. Per quale ragione lo facciamo, quindi? Ma soprattutto: ne siamo consapevoli?

Chi è Joël Dicker l’autore di Un animale selvaggio

Figlio di una bibliotecaria e di un insegnante di francese, Joël Dicker è nato nel 1985 a Ginevra, città nella quale è anche cresciuto e dove, dopo un anno di Arte drammatica a Parigi, si è laureato in Legge nel 2010. Nello stesso anno, vince il Prix Genevois des Écrivains, dedicato esclusivamente agli inediti, con quello che diventerà il suo primo romanzo pubblicato, Gli ultimi giorni dei nostri padri, uscito in Italia solamente nel 2015, edito da Bompiani. Amante delle ore mattutine e delle prime luci dell’alba, Dicker è principalmente noto per la sua seconda opera, La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani, 2013), tradotto in 33 lingue da cui è stata tratta anche l’omonima serie tv con protagonista Patrick Dempsey. L’ambientazione in una cittadina del New Hampshire apre in qualche modo il fronte a una serie di lavori tutti sceneggiati negli Stati Uniti, conosciuti e frequentati dall’autore fin dall’infanzia. Un animale selvaggio segna il ritorno in libreria di Joël Dicker, a quattro anni dall’ultimo romanzo, L’enigma della camera 622 (La nave di Teseo, 2020).

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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