Annalena Benini vince il Premio Mastercard Letteratura esordienti con un libro su sua cugina, uccisa in Somalia 20 anni fa

 Annalena Benini vince il Premio Mastercard Letteratura esordienti con un libro su sua cugina, uccisa in Somalia 20 anni fa

Annalena Benini vince il premio Mastercard Letteratura esordienti con il libro Annalena.

«Sono molto felice di avere vinto il premio Mastercard, che da anni intreccia letteratura e solidarietà e che porta tanti libri all’attenzione di giurati importanti. Sono felice soprattutto per Annalena Tonelli, che è l’attrazione verso l’assoluto e lo slancio verso gli ultimi. Lei ha davvero incarnato il bene, io ho solo cercato le parole per dire quanto è difficile. E libero, e estremo. Quanto è femminile, ma soprattutto umano. Grazie a questo premio che ci mostra e sostiene le strade possibili del bene quotidiano», commenta Annalena Benini.

Qui di seguito la nostra recensione.

Annalena di Annalena Benini: recensione del libro

L’ultimo romanzo di Annalena Benini, Annalena (Einaudi, 2023), è indubbiamente un’opera di grandiosa potenza narrativa, un dirompente e prezioso racconto di vita come il personaggio da lei raccontato, Annalena Tonelli, lontana cugina omonima, che giovanissima andò come missionaria in Africa e lì vi rimase per il resto della vita. Un romanzo, questo, che scava nelle radici familiari dell’autrice – subentrata da poco a Nicola Lagioia nella direzione del Salone del libro di Torino –, anche lei protagonista in prima persona della narrazione.

Annalena di Annalena Benini: la trama del libro

«Ho provato a guardare alla realtà delle cose guardando la vita di una Annalena che non sono io ma che mi ha chiamato, mi ha rintracciato una domenica mattina presto in ospedale, o forse l’ho trovata io così vicina dopo aver tanto cercato lontano da me». Ci sono incontri che hanno il potere impetuoso di smuovere e cambiare il tracciato di un’esistenza in modo permanente. Questo è ciò che accade ad Annalena Benini che, ricoverata in ospedale a causa di una polmonite, si avvicina alla figura misteriosa, «quasi mistica», di Annalena Tonelli, cugina di terzo grado che all’età di ventinove anni decise di abbandonare tutto e dedicarsi agli altri, in nome di un amore universale e un senso di libertà estremi.

Durante la convalescenza, Annalena si immerge nella lettura delle lettere che la cugina omonima aveva inviato alla sua famiglia tra il 1969 e il 2003, anno in cui venne uccisa con un colpo di fucile alla testa da fondamentalisti islamici a Borama. Trentacinque anni in missione tra il Kenya e la Somalia in cui Annalena Tonelli, abbandonata la sua comoda e rassicurante vita borghese, si è fatta promotrice di opere di straordinaria carità: ha aiutato a costruire scuole e ospedali, ha lottato contro la tubercolosi dilagante e l’infibulazione delle bambine, ha curato tutti i «brandelli di umanità ferita»: gli ultimi, i malati, i diseredati, i poveri.

Solo nome e sangue uniscono scrittrice e missionaria. Per il resto, le due Annalena non possono essere più diverse. È questo libro a costituire occasione di incontro, terreno comune affinché le due esistenze, lontane nel tempo e opposte nelle scelte, si incrocino. Un puro senso di ammirazione e «sacro sentimento di invidia» nutre l’autrice per quella vita totalmente devota al prossimo, per quella grandezza smisurata incarnata dall’altra Annalena, un modello ineguagliabile, troppo distante da una quotidianità – quella di Benini – che a confronto è ordinaria, piena di futilità e inutili apprensioni.

Un’occasione per riflettere sulla condizione femminile oggi

Scossa da quell’Annalena che non è lei, Benini si ritrova a dover mettere in discussione la propria vita e il suo rapporto con il mondo. Non solo, ripercorrere l’esistenza di sua cugina diventa altresì occasione per riflettere sulla condizione della donna nella società moderna e sull’incredibile forza di cui è stata capace per emanciparsi da pregiudizi e oppressioni. Durante la sua permanenza in Africa, Annalena Tonelli ha dovuto sopportare il peso di essere una donna bianca, non sposata, europea, sola in un Paese straniero che non ne ha sempre riconosciuto il valore e l’attività. È proprio grazie a sua cugina che Benini entra anche in contatto con «le donne capaci di ogni cosa», donne – soprattutto del Novecento – controcorrente e fonte d’ispirazione per tante altre. Nel libro si rinvengono citazioni di personalità come Simone Weil, Etty Hillesum, Hannah Arendt, Emily Dickinson. E in questo novero non può mancare anche Annalena, donna dall’intensità anti terrena, che molti hanno amato e seguito.

«Non scrivete di me» è questo il desiderio espresso da Annalena prima di morire. Benini ha scelto con questo libro di disubbidire alla cugina e alla sua volontà di anonimato per un motivo: donare questa storia ai lettori. Per farlo, dice Benini in un’intervista rilasciata al quotidiano «il Resto del Carlino», «ho evitato di fare della sua vita un santino che lei per prima avrebbe detestato e ho accostato alla sua anche le voci di altre donne che mi sono sembrate vicine a lei per pensiero e grandezza».

La scrittura di Annalena Benini in Annalena

In quest’opera, Benini intreccia la biografia di due esistenze, la propria e quella di Annalena Tonelli, avvalendosi di una scrittura semplice e personale, pur non senza picchi lirici in grado di mettere in luce gli aspetti più profondi e complessi della personalità di questa donna, mistica e carnale al contempo; una scrittura, quella di Benini, che si fa strumento di rivelazione e conoscenza, anche interiore.

 

A cura di Clara Frasca

Blam

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