La sostanza instabile di Giulia Lombezzi: come la paura scombina i piani delle nostre esistenze. Recensione

 La sostanza instabile di Giulia Lombezzi: come la paura scombina i piani delle nostre esistenze. Recensione

Non sorprende che il romanzo d’esordio di Giulia Lombezzi, edito da Giulio Perrone Editore, sia risultato finalista al Premio Calvino 2020. Nel panorama contemporaneo italiano mancava una voce originale e fresca che sapesse prendere le distanze dal melodramma esistenziale dell’io e volgesse lo sguardo verso il destino di una collettività. Cosa accade, infatti, se un popolo è colpito al cuore da un attentato terroristico?

La sostanza instabile: trama del libro di Giulia Lombezzi

È la notte della finale degli Europei di calcio, e la folla di tifosi si è raccolta in piazza Sempione a Milano per assistere a Italia-Francia. Serena ha svogliatamente accompagnato Matilde, la sua migliore amica, popolare e acclamata dai ragazzi della scuola che le gravitano attorno, senza calcolare la sua presenza. Poco più in là anche Caterina, con un paio di tacchi scomodi e visibilmente disinteressata all’evento, ha deciso di raggiungere il marito Damiano, circondato dai colleghi del lavoro. C’è poi l’allegra famiglia Mugnaghi: la mamma Betty con il marito e i tre figli piccoli, Marco, Olmo e Sara, che partecipano con entusiasmo rumoroso alla partita dell’anno. Infine, Flavio ha macinato chilometri in treno per raggiungere il padre e condurlo in piazza, un’occasione per vederlo felice. Poco dopo l’inizio della partita un’esplosione, il boato sconvolge gli spettatori. La minaccia dell’attentato terroristico paralizza la mente delle persone che, nei minuti, nelle ore successive, tentano faticosamente di guadagnare l’uscita abbattendo le transenne di sicurezza.

“Celeste, sai cos’è la stabilità? E’ la tendenza di una sostanza a rimanere com’è. A conservare la propria composizione a prescindere da quel che le succede intorno. Una sostanza è stabile se ha legami stretti. Se si trova in equilibrio chimico con l’ambiente che la circonda.”

La ricostruzione dopo la tragedia

Ciò che accade nelle ore successive l’esplosione marchierà in modo indelebile la vita dei personaggi. Seguendo i movimenti di ognuno di loro, il lettore sarà in grado di ricostruire cosa realmente accadde in quella tremenda notte: individuare i responsabili, riconoscere i colpevoli, sapere chi ha assistito, chi è scappato, chi si è voltato dalla parte opposta, fingendo di non vedere. Ognuno di loro, nei mesi seguenti, dovrà scendere a compromessi con la colpa e il dolore, trovando il modo per sopravvivere e ricostruirsi. 

“Il prossimo tuo perde ogni senso, esiste solo qualcuno che non dovrebbe essere lì perché ti sbarra la strada. E lo scansi, lo graffi e lo pesti, perché non puoi morire proprio tu.”

Una riflessione sulla paura e sull’altro

Probabilmente ispirato alla tragedia di Piazza San Carlo di Torino del 2017, il romanzo di Giulia Lombezzi indaga la paura che prima o poi ognuno di noi ha immaginato: il pericolo di morire. Quali sono le reazioni di fronte al timore di perdere la vita? Gli eroi si trasformano in codardi, i piccoli dimostrano più altruismo dei loro genitori, la xenofobia, la diffidenza verso l’altro, torna a farsi strada nella mente facendoci vergognare. Con un ritmo incalzante, una scrittura tesa verso l’epilogo, l’autrice scandaglia l’animo umano ragionando su ciò che la paura ci spinge a compiere. La riflessione che ne emerge è originale, nitida e finalmente corale, orientata al destino non solo dei singoli abitanti della città, ma della città intera. 

“Forse un giorno le piazze semplicemente non esisteranno più. I viali saranno segati in due e compartimentati in vie strette, percorribili sono in auto, una per volta. Gli slarghi verranno convertiti in labirinti di calcestruzzo dove si procede in fila, ben distanziati, per evitare ogni rischio. Ci saranno militari ai semafori. Perquisizioni al supermercato.”

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

Silvia Ognibene

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