Tutti i soldi di Almudena Gomez di Valentina Di Cesare. Una storia di legami inaspettati. Recensione

 Tutti i soldi di Almudena Gomez di Valentina Di Cesare. Una storia di legami inaspettati. Recensione

Cosa possa nascondersi di interessante nel legame affettivo tra la Signora Cols, novantunenne facoltosa ed elegante, e la sua badante ecuadoriana, timida e dimessa, ce lo svela Valentina Di Cesare in Tutti i soldi di Almudena Gomez, suo ultimo romanzo. Si direbbe che le due donne, così diverse per età ed estrazione sociale, formino una coppia mal assortita, quantomeno anomala, ma unita da un legame sincero.

Tutti i soldi di Almudena Gomez di Valentina Di Cesare: la trama del libro

Quando dopo quindici anni di servizio come badante e domestica, Almudena Gomez rinviene il corpo esanime della signora Cols, anziana facoltosa appartenente a una delle famiglie più in vista della regione, la sua vita, faticosamente costruita in quegli anni, si azzera di colpo e iniziano i problemi. I figli Pier Giorgio e Alberta, costantemente in disaccordo con la madre, ritrovano un testamento in cui Almudena risulterebbe proprietaria di una parte dell’eredità. Da quel momento si scatena una guerra tra la famiglia e la donna che ha sacrificato gli anni migliori della propria vita per prendersi cura di una donna abbandonata da tutti, creando con lei un legame affettivo inaspettato e giudicato con sospetto: «Tutti i soldi i Almudena Gomez erano lì da qualche parte, come fatti che ci si ostina a insabbiare, come voglie insistentemente soffocate, come lacrime trattenute per paura di cadere».

La nostalgia verso il Paese d’origine

Tutti i soldi di Almudena Gomez ci consente l’incursione nella vita segreta, trattenuta, di una donna come tante che ha lasciato il suo Paese d’origine in cerca di fortuna. Almudena ha costruito attorno a sé una solitudine fiera, un silenzio circospetto, attento, che le consente di sintonizzarsi bene con le poche persone che incontra senza mai gettarsi nella vita, restando ai margini dell’esistenza. La quotidianità di Almudena è fatta di gratta-e-vinci, borse della spesa caricate a fatica sui mezzi pubblici, chilometri percorsi a piedi per risparmiare. La malinconia e la nostalgia verso il Paese lontano pervade ogni pagina, mostrando al lettore la distanza tra il proprio mondo, tracciato e conosciuto, e quello di chi invece emigra per disperazione: «C’era solo un sentimento che le assicurava di essere viva: la malinconia perenne e inspiegabile di una esistenza non vissuta, di luoghi mai visti, di azioni mai compiute, di domande mai fatte, di risposte mai date».

La scrittura ampia e calibrata

Di Cesare usa una prosa calibrata e di ampio respiro, realizza un mosaico di personaggi vari che, ruotando attorno a Almudena Gomez, ne caratterizzano il piccolo mondo di gesti semplici e abitudini dimesse. Il romanzo consente di cogliere l’insicurezza, la fragilità di un’esistenza lontana dalle proprie radici, ma anche la povertà, perfino lo squallore, in contrasto con la ricchezza delle altre famiglie cittadine. La tenerezza di Almudena spicca per contrasto con il livore e la meschinità di tutti coloro che non riescono a guardare oltre i propri gretti pregiudizi.

 

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

Silvia Ognibene

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