Il dolore crea l’inverno di Matteo Porru: l’importanza di ricordare per affrontare il dolore. Recensione

 Il dolore crea l’inverno di Matteo Porru: l’importanza di ricordare per affrontare il dolore. Recensione

Il dolore crea l’inverno (Garzanti, 2023) è l’ultimo romanzo di Matteo Porru, classe 2001, vincitore nel 2019 della sezione Giovani del premio Campiello con il racconto Talismani e riconosciuto dalla stampa nazionale come uno degli under 25 più promettenti al mondo.

Il romanzo racconta la storia di Elia Legasov, spalaneve in una remota città della Russia, il cui compito è quello di riportare alla luce tutto ciò che la neve sommerge: le strade, i sogni, i pensieri e i dolorosi ricordi di un passato che Elia vorrebbe nascondere a tutti, incluso sé stesso.

Il dolore crea l’inverno di Matteo Porru: la trama del libro

Elia Legasov ha ereditato l’attività di spalaneve dalla sua famiglia. Ogni mattina sale a bordo del suo «bestione» per liberare dalla neve le dieci strade di Jievnibirsk, città russa sulla costa del mare di Kara abitata da meno di trecento anime, per la maggior parte uomini. Le giornate di Elia sono scandite dai soliti programmi televisivi, dai bicchieri di liquore bevuti alla locanda di Matvej e dai pranzi in compagnia di Boris, suo vicino di casa e amico d’infanzia.

L’arrivo di una spedizione di geologi provenienti dalla vicina città di Vorkuta, con l’incarico di cercare giacimenti di petrolio, porta nella silenziosa Jievnibirsk il rumore di mezzi meccanici che iniziano a scavare e a smuovere la neve, dalla quale emerge un cadavere. Si tratta del padre di Elia, Georgij Legasov, uscito di casa anni prima durante una violenta tempesta di neve e mai più ritornato.

Interrogato dalle autorità e incalzato dalle domande del geologo Andrej Sobolev, Elia sarà costretto a ricordare un tragico episodio del suo passato: il rastrellamento nel corso del quale suo fratello e sua madre, incinta di un terzo figlio, furono deportati nel gulag di Vorkuta, lasciandolo solo con un padre violento e alcolizzato. Dalla neve e dai ricordi di Elia affioreranno nuovi e sconvolgenti segreti sulla storia della famiglia Legasov.

La neve come metafora dell’oblio

«Perché in un paese dove cade neve e tutti dimenticano, i Legasov la spalano e quindi ricordano. In un paese dove tutti si pentono, i Legasov spalano e quindi si elevano. In un paese dove tutti si arrendono, i Legasov spalano e quindi vincono».

Jievnibirsk, la città russa immaginaria in cui è ambientato il romanzo, si presenta come un inferno ghiacciato e silenzioso dove la neve non protegge gli uomini, ma sommerge i loro sogni e le loro vite.

In Il dolore crea l’inverno la neve rappresenta quindi la metafora di quel meccanismo di rimozione e manipolazione dei ricordi a cui gli uomini ricorrono per proteggersi dal dolore. In una città dove la neve è sinonimo di oblio, il destino dei Legasov, una famiglia di spalaneve, è quello di ricordare sempre. Anche se ricordare il proprio passato può rivelarsi tanto difficile e doloroso quanto dimenticare, come testimonia la storia di Elia.

Il romanzo affronta anche il tema dei legami familiari che per i Legasov diventano sempre più stretti e soffocanti tanto da tramutarsi in vincoli che impongono il silenzio e costringono a celare terribili segreti.

La scrittura di Matteo Porru in Il dolore crea l’inverno

Nonostante la sua giovane età, Matteo Porru mostra una grande padronanza stilistica e lessicale. La sua scrittura, lineare e allo stesso tempo penetrante, riesce a indagare i più complessi meccanismi che regolano la psiche umana. La narrazione si caratterizza, inoltre, per un ritmo incalzante che culmina, nelle pagine finali del romanzo, in un colpo di scena inaspettato.

 

A cura di Francesca Cocchi

Blam

Articoli Correlati

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *