New weird e la letteratura del bizzarro. Tutto su questo “strano” genere letterario, dai libri da leggere alla storia

 New weird e la letteratura del bizzarro. Tutto su questo “strano” genere letterario, dai libri da leggere alla storia

Dagli anni Novanta in poi il new weird si impone nella scena letteraria come sottogenere del fantasy e in opposizione al filone tolkeniano. È un genere in cui convergono – per usare le parole dello scrittore Laird Barron – «lo strano e il macabro, il sovrannaturale, il fantasy, la mitologia, l’ontologia, l’ambiguo e una goccia di stravaganza».

New weird: libri e caratteristiche del genere

Fra i pionieri assoluti del genere va annoverato H.P. Lovecraft, e ancora Edwin A. Abbott, Clark Ashton Smith, Mervin Peake per citarne alcuni. Ma se gli autori annoverati costituiscono esempi più classici di narrazioni weird, padre del new weird così come lo conosciamo oggi è lo scrittore americano Jeff VanderMeer (il cui ultimo romanzo, edito da Einaudi, si intitola Colibrì Salamandra), che ha delineato le caratteristiche principali del genere.

L’esigenza di meravigliare

Se fin dagli inizi del Novecento – e, ancor prima, a partire dal Romanticismo – ci si poneva il problema dell’arte in relazione alla nuova società di massa, la questione, negli anni Novanta, non solo resta aperta, ma si fa ancora più attuale e complessa. In una realtà in cui la sovrapproduzione artistica, che risponde a esigenze di mercato, sembra aver ricoperto ogni ambito letterario, ecco che il new weird mira a distinguersi in modo netto e rivoluzionario, con il tentativo estremo di creare qualcosa di inedito. Lo strano e il bizzarro diventano un mezzo per stupire i lettori, con l’uso di figure fantasmatiche e stranianti – come gli uomini-uccello e le donne-elicottero di China Miéville, o le città immense sospese su abissi dove le tenebre celano le anime dei morti di Alan Campbell, o ancora come i funghi umanizzati che usano la tecnologia per sottomettere l’essere umano di Jeff VanderMeer.

New weird, la componente filosofico-politica

C’è, infine, un altro elemento che attiene al new weird e che riguarda l’aspetto filosofico e politico delle opere di questo genere. Il new weird ha la tendenza a decostruire, dall’interno, la società moderna e tutte le sue contraddizioni, a partire da quel codice morale che ha fatto del benessere scientifico il principale obiettivo. Il new weird si pone perciò in posizione critica rispetto al tempo attuale. La realtà del mondo moderno – che è costruita, artificiale, confusa, molteplice – è molto più vicina di quanto si potrebbe credere ai mondi fantastici e contaminati del new weird. Miéville ha definito il suo Perdido Street Station (Fanucci, 2000) «un mondo capitalista proto-industriale con una sorta di stato polizia di piuttosto infame».

Il New weird in Europa

Il panorama letterario europeo recepisce il new weird statunitense mettendo in risalto alcuni elementi e adombrandone altri. Il fantasy e l’orrore sembrano infatti lasciare il posto, almeno in parte, a una dimensione più metafisica, dove l’aspetto visionario assume invece un ruolo centrale. I personaggi abitano mondi a metà tra la realtà, il sogno e l’allucinazione; possono essere presenti, altresì, elementi mitologici, collocati su piani temporali distinti. Anche l’ambientazione storica, talvolta distopica o post-apocalittica, sembra caratterizzare buona parte di questi romanzi. La matrice ibrida resta la caratteristica distintiva del new weird anche in Europa, e gli stessi confini dei generi assimilati non sono facilmente individuabili. In Italia, che segue maggiormente la linea generale europea, è lo scrittore Alcide Pierantozzi, in un pezzo uscito su «Rivista Studio» nel 2016, a parlare di «New Italian Weirdness», riferendosi al romanzo Dalle rovine (Tunué, 2015) di Luciano Funetta, tra i dieci finalisti al premio Strega di quell’anno. Il dibattito italiano attorno al new weird – soprattutto su riviste e blog on line – si fa più animato quando nel 2018 sulla rivista «Not», Sara Marzullo delinea la Storia del weird italiano, a partire dal Novecento con autori come Giovanni Papini, Tommaso Landolfi e Dino Buzzati. Di recente pubblicazione è a tal proposito l’antologia Novo Sconcertante Italico (Bompiani, 2023) firmata da autori e autrici come Luciano Funetta, Vanni Santoni, Laura Pugno, Andrea Zandomeneghi, Elena Giorgiana Mirabelli, per citarne alcuni, e i cui testi delineano una mappa del bizzarro e dell’inquietante italiani.

 

A cura di Alessandro Pasini

Blam

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