Ritratti di scrittori: Valeria Parrella, chi è? Scoprilo in 5 parole

 Ritratti di scrittori: Valeria Parrella, chi è? Scoprilo in 5 parole

Ritratto illustrato di Sonia De Nardo

Di recente, a una domanda sul suo ultimo romanzo Quel tipo di donna, Valeria Parrella (Torre del Greco, 1974) ha raccontato: «Quando ti succede una cosa enorme non la superi: devi sistemarla a fianco». La sua poetica è in queste parole: un mondo fatto di donne, che cercano di riordinare la propria esistenza e la propria memoria. Sin dai primissimi Mosca più balena e Per Grazia ricevuta, Parrella ha maturato una scrittura del femminile e del quotidiano. I suoi due romanzi più noti l’hanno confermata una delle voci più riconoscibili del nostro panorama letterario. Con Lo spazio bianco ha sondato la sfera dell’indicibile, con Almarina ha restituito un profondo sentimento di libertà e riscatto.  

Valeria Parrella: chi è la scrittrice in 5 parole 

Vuoto

Il vuoto è uno degli elementi chiave della narrazione di Valeria Parella. È il luogo in cui la sua scrittura si innesta e si sedimenta, costruendo una struttura letteraria che collega istanti, sensazioni, luoghi, mantenendosi sempre al di sotto della superficie del vuoto. Nel suo primo romanzo Lo spazio bianco –- la storia di una madre che vive in attesa di sapere se la figlia appena nata è viva o morta –-, Parrella si dimostra una formidabile narratrice dell’indicibile: il vuoto è la tentazione di far vincere l’orrore del contemporaneo, è l’inadeguatezza dell’incomunicabilità, è la responsabilità dell’incomprensione, ma soprattutto rappresenta la violenza del passaggio del presente. In Almarina la forma del vuoto assume, invece, una valenza esterna: la storia di una insegnante di matematica nel carcere di Nisida è l’immagine di un’assenza che si tramuta in appartenenza. 

Napoli

Napoli è la città in cui prendono vita tutti i personaggi di Parella. I vicoli e i quartieri che racconta la scrittrice sono però lontani dagli occhi dei turisti; Napoli si mostra una città in movimento, viva, febbrile, cruda e ostile, da cui Parrella si fa guidare soprattutto nelle sue due prime raccolte Mosca più Balena e Per grazia ricevuta. Sin dai primissimi racconti Siddartha, Quello che non ricordo più, Dritto dritto negli occhi, è lampante cosa rappresenti Napoli: un generatore indomabile di storie, una voce profonda e inesauribile di punti di vista. 

Memoria

Tempo di imparare, il quinto romanzo della scrittrice, è una vera e propria dichiarazione di poetica sia per i romanzi precedenti sia per quelli successivi. Accanto a un motore “geografico” come Napoli, la memoria rappresenta quello più intimo, insondabile, il cui sintomo concreto è il linguaggio. Ciò che interessa a Parrella è il modo in cui la parola racconta il quotidiano, ma soprattutto come modifica ciò che è già successo. Il tempo nei romanzi della scrittrice campana è sempre filtrato dal gusto della memoria; è ciclico, ripetitivo, ma ogni volta che un ricordo è raccontato i suoi confini si spostano un po’ più in là. L’insegnamento secondo cui la memoria e il linguaggio sono il terreno condiviso fra vita e letteratura è forse il regalo più bello della sua narrativa. 

Donne

Al centro delle storie di Parrella c’è una narrazione del femminile: madri, figlie, nonne, scrittrici, ma prima di tutto donne. La scrittrice smaschera l’idea secondo cui la donna è sempre definita “in funzione di”; le sue donne sono libere e irriducibili. La storia di Almarina è il simbolo di questa intenzione: per Elisabetta, l’insegnante di Almarina, la ragazza è una possibilità da sciogliere; per lei,  la sua maestra è la strada per riconoscersi donna e non più come la figlia che nessuno ha voluto. Parrella è sempre alla ricerca di un’identità femminile perduta, indifesa, non riconosciuta, come la storia di Clelia in Lettera di dimissioni: una donna va alla scoperta delle sue origini. 

Fi(si)ca

I romanzi di Valeria Parrella sono fisici sia a livello teorico sia a livello sperimentale: da un lato sono sempre la spia di un mutamento, di una ri-defizione di se stessi e del contesto, dall’altro lo sono a livello carnale, raccontando storie di contatto, di sesso. La sintesi migliore della “fisica” di Parrella è forse nel libro più provocatorio che ha scritto, ossia Enciclopedia della donna. Aggiornamento, ma troviamo la stessa intenzione anche in alcuni racconti di Troppa importanza all’amore e Per grazia ricevuta. Parrella scardina (finalmente) l’impostazione che vuole la donna oggetto del desiderio; come l’uomo anche la donna deve poter godere del sesso solo nel presente, senza subirne passivamente gli effetti. Ma, ancor più rilevante, la scrittrice promuove una conoscenza della femminilità che alle donne stesse è sempre stata nascosta: come dice dell’enciclopedia uscita negli anni ’60 che lei ha aggiornato: c’era tutto, mancava (come manca ora) solo la fica. 

Valeria Parrella: i libri da leggere per approcciare a questa scrittrice

 

  • Mosca più balena (Minimum fax, 2003)
  • Tempo di imparare (Einaudi, 2015)
  • Lo spazio bianco (Einaudi, 2018)

a cura di Davide Spinelli

 

 

 

Blam

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