Dalet: la prima illustrolibreria apre a San Giminiamo

 Dalet: la prima illustrolibreria apre a San Giminiamo

L’abbiamo conosciuta per caso e subito ci siamo innamorati del suo stile, delle sue illustrazioni. Lei è Domitilla Marzuoli, già illustratrice di Rivista Blam!, che oggi apre Dalet, la prima illustrolibreria d’Italia. Un posto dove le parole e le immagini vivono insieme tra i libri e i disegni.

Ma cos’è un’illustrolibreria e come è nata? Ce lo racconta la sua fondatrice in questa intervista.

Che cos’è Dalet?
La giusta miscela tra cultura, arte, incontro, parole e pagine: la mia illustrolibreria, ovvero la libreria indipendente in cui tra i libri da me selezionati si muovono le mie illustrazioni. È la prima illustrolibreria di San Gimignano, il piccolo turrito borgo medievale nel quale vivo, nel cuore della Toscana.

Dalet è un punto di partenza. Non è un arrivo. È la sintesi artistica di una vita, quella che ho sognato e progettato per anni. In effetti, ho coniugato le mie due passioni: quella della letterata che ama leggere e scrivere, e quella per l’arte e il disegno.

Perché un’illustrolibreria e com’è nata l’idea?
L’idea è stata seguita dai fatti rafforzando la convinzione che davvero niente è perduto. Durante la sospensione del tempo pandemico ho affinato l’intenzione e impostato l’impianto della mia illustrolibreria selezionando titoli, categorie narrative, spazi poetici, saggistica e ovviamente la graphic novel. L’amore per la cultura e l’arte mi ha portata fin qua, con coraggio e desiderio di donare qualcosa alla mia città. Una piccola oasi di ristoro e riposo, una possibilità culturale. Ciò che ho sempre cercato e che cerco costantemente quando vado in giro per l’Italia.

Una scelta azzardata e coraggiosa, dunque, in una realtà piccola come San Gimignano.
Si dice che investire nell’ambito artistico-culturale sia fallimentare; perciò, non c’è sfida più attraente che sovvertire la diceria. Nasco come umanista e letterata per cui ho da sempre amato i percorsi difficili. Quando ho iniziato lettere classiche sapevo che non sarebbe stato semplice avere un lavoro ben remunerato o quantomeno convenzionale. Ho inventato la mia professione cercando di essere autentica e rispettare la mia identità. Ho sempre sognato di essere coerente, di sapere donare anche nel lavoro: essere una illustrolibraia, sì, è coerente. Ho ricevuto così tanto e così tanto ora sono in grado di donare!

 

Qual è il target a cui punti?
Il target della mia Dalet è molto ampio. Sogno una presenza variegata e inclusiva. E che ci sia sempre una presenza attiva e capace di interagire con le mie proposte e selezioni librarie. Già in pochi giorni di apertura si sono affacciati volti di tutte le età. Vorrei che si potessero creare spazi di dibattito, formazione, presentazioni, accessibili a tutti.


Cosa possiamo trovare da Dalet? Dacci qualche consiglio illustro-letterario!
Nei miei piccoli 30 mq di incanto, un salottino affacciato su piazza Sant’Agostino a San Gimignano, ci si può perdere o ritrovare: è un porto costruito con cura e pazienza, senza pretese e senza arroganza. La parola d’ordine è inclusione: qui si viene per sfogliare, scegliere, parlare, dare via a esperienze culturali e artistiche. Così l’ho disegnata e così voglio farla crescere. Non potrò mai non consigliare testi femministi: voglio sicuramente citare le opere di Carlotta Vagnoli; testi di impronta socio-linguistica, quali i saggi di Vera Gheno; le graphic novel, soprattutto! Ho iniziato a tenere una serie di rubriche sulla mia pagina Instagram della Dalet per fare informazione tematica libraria e per far conoscere i testi che ho in libreria.


Quindi, è anche il tuo laboratorio illustrativo?
Sì, esattamente. È lo spazio in cui immergersi e abitare le mie immagini. L’ho studiata e realizzata come libreria e spazio espositivo. Vorrei che nel tempo possa essere una base anche per altri artisti, in esposizione, transito, per dare visibilità alle mie collaborazioni.


Ma andiamo a te: chi sei e cosa fai?
Artisticamente mi sono fatta conoscere col nome di Domimarzu, semplicissima abbreviazione del mio nome e cognome: Domitilla Marzuoli. Sono una ex insegnante, umanista. Da due anni illustratrice a tempo pieno. Oggi l’illustrolibraia di San Gimignano.


Qual è stato il tuo percorso fino all’approdo a Dalet?
Ho studiato lettere classiche e ho sempre pensato che fosse sufficiente lasciare l’arte a svago nel tempo libero. Durante il tempo pandemico, in lockdown, ho dato vita a un canale Instagram molto attivo per le mie illustrazioni e nel giro di poco tempo ho fatto salire il numero dei miei follower e la mia community è diventata fedele compagna delle mie lotte femministe e culturali. Ho iniziato con la partita iva a tempo pieno come illustratrice e poi è arrivata l’intuizione della Dalet, come sintesi progettuale delle mie anime, artistica e culturale.

Andiamo a domande serie: quindi libri e illustrazioni in vendita. Come si evolverà il progetto?
Mi piace pensare che Dalet sia una creatura mai ben definita. Durante l’estate partiranno i primi progetti di incontro e partecipazione: presentazioni di libri e incontri tematici. L’obiettivo è quello di creare una rete tra artisti, intellettuali giovani e quanti abbiano voglia di approfondire la letteratura nelle sue diverse sfaccettature. Io sono aperta a collaborazioni e iniziative su territorio: non amo precludere soluzioni e possibilità, purché rientrino nel mio codice espressivo ed etico, direi. Continua la mia produzione illustrata e le commissioni private che ricevo. Mi Dalet es tu Dalet!

 a cura di Antonella Dilorenzo

Le illustrazioni di Domitilla Marzuoli

Antonella Dilorenzo

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