Ritratti di scrittori: Dacia Maraini, chi è? Scoprilo in 5 parole

 Ritratti di scrittori: Dacia Maraini, chi è? Scoprilo in 5 parole

Ritratto illustrato di Sonia De Nardo

Dacia Maraini, classe 1936, ha dedicato, e dedica tuttora, la sua vita alla letteratura e al teatro; la scrittura, per lei, è una forma di analisi e di terapia. L’autrice è stata la compagna di Moravia fino al 1983, mentre un’intima amicizia la legava a Pasolini: i due scrittori l’hanno sempre spronata a scrivere e pubblicare, avendo compreso il suo profondo talento. Entrambi vengono ricordati nel romanzo La grande festa, insieme a Maria Callas, il padre Fosco e la sorella Yuki. Dacia Maraini esordisce negli anni ’60 con il romanzo La vacanza; da lì inizia un’intensa attività letteraria, accompagnata da fama e successo. Nel 1990 riceve il premio Campiello per La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il premio Strega per la raccolta di racconti intitolata Buio. Sono molti i temi trattati nella sua produzione, che abbraccia le forme della prosa, della poesia e della drammaturgia: tra questi, spicca la condizione femminile e il coraggio che contraddistingue le donne protagoniste delle sue opere. Numerosi sono i riferimenti autobiografici all’interno dei suoi romanzi,  grazie ai quali possiamo comprendere meglio una personalità così importante nel panorama della letteratura italiana contemporanea.

Dacia Maraini: chi è la scrittrice in 5 parole

Prigionia

Uno tra gli eventi che hanno inciso particolarmente sulla vita di Dacia Maraini e che ritroviamo anche nelle sue poesie è la prigionia vissuta a Tokyo, insieme alla sua famiglia, durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1943, venne richiesto agli italiani residenti in Giappone di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò: la famiglia Maraini si rifiutò e venne deportata nel campo di Nagoya. L’autrice descrive quegli anni come terribili e spaventosi, durante i quali patì la fame e soffrì parecchio. Come lei stessa afferma, è importante ricordare le crudeltà di quel periodo: «Coltivare la memoria in un momento in cui vige la cultura di mercato è un atto di resistenza». La paura è certamente la protagonista indiscussa di una fase della vita di cui l’autrice ha sempre portato il peso; ciononostante, la celebrazione del coraggio, della forza e della resilienza – temi ricorrenti nella sua produzione – offre una prova di come i momenti difficili possano lasciare spazio alla speranza.

Lotta

In varie interviste, Dacia Maraini ha sottolineato l’importanza di leggere i classici, che, come afferma Calvino, sono quei libri «che non hanno mai finito di dire quel che hanno da dire». A tal proposito, un testo che rappresenta a pieno le tematiche più care alla scrittrice è I giorni di Antigone, pubblicato nel 2006; già il titolo è un evidente richiamo all’eroina protagonista dell’omonima tragedia composta da Sofocle nel V secolo a.C. Essa tratta della lotta compiuta dalla giovane donna per dare sepoltura al fratello, atto vietato da Creonte, re di Tebe. Dacia Maraini riprende il mito per dar voce a una raccolta di riflessioni su politica, eventi di storia contemporanea e battaglie per i diritti. Antigone era un’idealista: lottava per il diritto alla pietà; allo stesso modo, oggi, è importante battersi per quello in cui si crede, per uguaglianza e giustizia, in un mondo che spesso, tristemente, ne è privo.

Donna

Probabilmente, la parola donna è quella che meglio rappresenta Dacia Maraini. In tutte le sue opere, troviamo figure femminili forti ed emancipate. Nel 2020 è uscito Il coraggio delle donne, scritto insieme a Chiara Valentini. La decisione di dar vita al libro nasce da una riflessione delle intellettuali: «Ci chiedevamo a che punto eravamo, che giudizio dare dei vecchi e dei nuovi movimenti femminili, quante delle nostre speranze si erano realizzate e quanto restava ancora da fare». Siamo di fronte a un saggio in forma epistolare che parla di donne da prendere come modello e da emulare affinché il femminismo –«l’unica rivoluzione riuscita del ’900», secondo le parole dell’autrice – possa costituire un valore imprescindibile, ancora ai giorni nostri. Anche nel già citato I giorni di Antigone, si parla di figure femminili, come Safiya, la giovane nigeriana che rischiò la pena di morte per aver subito, e denunciato, una violenza sessuale. E Amina, nel cui caso l’ingiustizia seguì il suo corso e che fu lapidata dai suoi stessi concittadini. O, ancora, nel romanzo Tre donne, che racconta un confronto generazionale sull’universo femminile.

Sicilia

La Sicilia costituisce l’ambientazione di molti romanzi della scrittrice, come La lunga vita di Marianna Ucrìa o La mia Sicilia. A dire il vero, c’è una componente autobiografica che spiega il legame particolare con l’isola: la madre di Dacia Maraini, Topazia Alliata, era una pittrice palermitana, appartenente all’antico casato siciliano degli Alliata di Salaparuta. Dopo la prigionia in Giappone, la famiglia Maraini fa ritorno in Sicilia e si stabilisce nella Villa Valguarnera di Bagheria. I ricordi legati a quel periodo porteranno alla stesura di uno dei libri di maggior successo dell’autrice, Bagheria. «Conoscevo troppo bene le arroganze e le crudeltà della Mafia che sono state proprio le grandi famiglie aristocratiche siciliane a nutrire e a far prosperare perché facessero giustizia per conto loro presso i contadini […]. Io non ne volevo sapere di loro. Mi erano estranei, sconosciuti. Li avevo ripudiati per sempre già da quando avevo nove anni ed ero tornata dal Giappone affamata, poverissima, con la cugina morte ancora acquattata nel fondo degli occhi». Queste parole, di forte impatto emotivo, spiegano la natura della storia di Bagheria raccontata attraverso dei flashback.

Teatro

Infine, degna di nota è la passione della scrittrice per la drammaturgia. Nel 1973 fonda il Teatro della Maddalena, gestito da sole donne, dove cinque anni più tardi viene messo in scena Dialogo di una prostituta con un suo cliente, tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi diversi. Esce poi, negli anni Duemila, una raccolta intitolata Fare teatro (1966-2000), all’interno della quale troviamo l’intera produzione teatrale della Maraini, che ricopre un ruolo di spicco nel panorama italiano contemporaneo. Inoltre, di sua fondazione è il festival Teatro sull’acqua, che quest’anno si terrà dal 6 al 12 settembre ad Arona, sul lago Maggiore. Trattasi di un «teatro sottosopra, dove cambiare punto di vista è la regola», e di un «festival internazionale di teatro e parola, che formi il pubblico a una grande arte legata al sapere parlare, al sapere analizzare la realtà, al sapere approfondire la memoria, al sapere discutere sui grandi temi del sociale».

Dacia Maraini: i primi libri da leggere per conoscere questa scrittrice

  • La lunga vita di Marianna Ucrìa, Rizzoli, 1990
  • Bagheria, Rizzoli, 1993
  • I giorni di Antigone. Quaderno di cinque anni, Rizzoli, 2006
  • La grande festa, Rizzoli, 2011
  • La mia vita, le mie battaglie, con Joseph Farrell, Della Porta, 2015
  • Il coraggio delle donne, con Chiara Valentini, Il Mulino, 2020

 

A cura di Giusi Chiofalo

Giusi Chiofalo

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