Tutto ciò che poteva rompersi di David Valentini: le incertezze di due generazioni. Recensione

 Tutto ciò che poteva rompersi di David Valentini: le incertezze di due generazioni. Recensione

David Valentini, classe 1987, è membro del collettivo «Spaghetti Writers» e autore di racconti per riviste letterarie, tra cui anche per noi di Rivista Blam!. Nell’ottobre del 2022 ha pubblicato, per la neonata casa editrice Accento, Tutto ciò che poteva rompersi, una raccolta di cinque lunghi racconti legati da una rete di rimandi interni. In quest’opera Valentini riproduce la disarticolazione della realtà contemporanea, nella quale due generazioni si muovono, tra sogni e incertezze, alla ricerca di un senso da attribuire alla loro vita.

Tutto ciò che poteva rompersi di David Valentini: la trama del libro

Nel primo racconto, Il suo finale di stagione, Ludovica si trasferisce a Sheffield per il dottorato, con il desiderio di emanciparsi da una famiglia iperprotettiva. Nel corso dei quattro anni in Inghilterra, Ludovica conquista la propria indipendenza, ma la Brexit e la nascita di Sophie la costringono a ritornare in Italia, con una figlia da crescere e una nuova vita da immaginare.

Nicola, protagonista di La ragazza dell’ultimo piano, ha una vita apparentemente perfetta: un lavoro a tempo indeterminato, una famiglia che lo sostiene e una casa nella quale andrà presto a convivere con Marzia. Sente però che il futuro che sta costruendo non gli appartiene realmente, e solo l’incontro con Alice, la nuova vicina di casa, gli darà il coraggio di stravolgere i suoi progetti di vita.

In Una cosa semplice, ambientato nell’arco di una serata, si intrecciano i racconti in prima persona di Laura, Marco, Stefano, Anna e Michele, cinque ragazzi di Roma alle prese con esperienze all’estero, amori senza lieto fine, passioni incestuose, amicizie e tradimenti.

Nel racconto In terre straniere, allo scoppio della pandemia, Riccardo si trova nel casale di famiglia da tempo abbandonato e sceglie di trascorrere lì il periodo del lockdown. Tra i mobili rotti e le pareti ammuffite, si fa spazio un segreto di famiglia che lo porta a riallacciare i rapporti con i fratelli.

Sara, protagonista di Bruciare ogni cosa, ripercorre, in una seduta dalla psicologa, una vita piena di dolore che l’ha più volte costretta a ripartire: dalla tragica morte dei genitori, quando era adolescente, fino alla scelta di divorziare da Mario per iniziare una nuova vita con Filippo.

Tutto ciò che poteva rompersi: cinque racconti legati tra loro

«Tutto ciò che poteva rompersi si è rotto. Tutto ciò che poteva ammuffire è ammuffito. Persino il cibo in scatola è scaduto da almeno due anni. Mi torna in mente la domanda che Federica mi ha rivolto il primo giorno: che ti aspettavi di trovare?».

I personaggi di Tutto ciò che poteva rompersi appartengono a due generazioni diverse, cresciute tra gli anni Ottanta e l’inizio del nuovo millennio. Nonostante le differenze di età, affrontano i medesimi problemi legati ad amori, tradimenti, amicizie e scelte da fare per costruire un futuro reso ancora più incerto dall’imprevedibile scoppio della pandemia.

A tenere insieme i racconti non sono solo i temi, ma anche le storie dei personaggi che si sfiorano per poi intersecarsi: il protagonista di un racconto compare, infatti, come personaggio secondario nelle altre storie. Il capitolo finale, Ciò che si è rotto, presenta una breve sintesi delle storie di tutti i personaggi, e restituisce una visione d’insieme dei rimandi interni disseminati nella raccolta.

La scrittura di David Valentini in Tutto ciò che poteva rompersi

David Valentini adotta una prosa vivace, caratterizzata da dialoghi rapidi e da numerosi riferimenti alla cultura pop. Accomunati dallo stile, i racconti si differenziano per le scelte narrative e strutturali, dal narratore esterno della storia che apre la raccolta alle cinque diverse voci narranti che si susseguono nel terzo racconto.

 

A cura di Francesca Cocchi

Blam

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