“La vita normale”, lo strano (e bellissimo) libro di Yasmina Reza che sta conquistando la critica

 “La vita normale”, lo strano (e bellissimo) libro di Yasmina Reza che sta conquistando la critica

Il nuovo libro di Yasmina Reza, La vita normale, uscito il 13 maggio per Adelphi, ha già conquistato la critica, non solo perché non è inquadrabile in un genere letterario, ma per quella sua naturalezza espositiva che rende la normalità citata nel titolo una forma di espressività e di riflessione potente a partire dall’osservazione dei più efferati casi giudiziari francesi.

«Quando la trama è semplice, sovrano è il racconto».

La vita normale di Yasmine Reza: la trama del libro

Il romanzo è composto di capitoli brevi in cui le udienze di casi giudiziari francesi si alternano a ricordi sulla vita personale e professionale dell’autrice. Senza un ordine temporale, e in apparenza senza neanche un collegamento tra i processi descritti e le suggestioni private rievocate, apprendiamo, fuori da proclamazioni di verità socialmente riconosciute universali, come il caos si innesta nella normalità dell’esistenza, come ci sia reciprocità, e sia impossibile dare una definizione all’insondabile.

Nessun trattato giudiziario o sociologico

In molte interviste rilasciate dall’autrice e drammaturga francofona appare evidente che l’intento del romanzo non fosse quello di creare una mappatura delle inchieste giudiziarie francesi più simboliche per efferatezza e crudeltà. La naturalezza unita alla curiosità per la vita di Reza costituiscono il punto focale del romanzo; la sua perspicacia, il suo intuito nel saper leggere i risvolti misteriosi dell’animo umano conferiscono solidità a La vita normale. Il punto di osservazione è preciso, autentico.

«Il loro rapporto con la verità non è un rapporto con la verità o la menzogna, è un rapporto con la realtà».

La scrittura di Yasmina Reza in La vita normale

In questo romanzo non vi è una sola cifra stilistica, ne esiste una ponderata, dettagliata e asciutta nelle descrizioni delle udienze processuali, come vi è una prosa più morbida e lirica nella narrazione dei ricordi. Succede così che brevi riflessioni diventano versi di poesia. Reza passa dall’immagine di un incontro con Roberto Calasso, suo editore, o di un Natale trascorso in famiglia, a un atto criminale inspiegabile e con naturalezza racconta la vita ovunque questa avvenga.

A cura di Caterina Incerti

Blam

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