Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio: l’Arminuta è cresciuta. Recensione

 Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio: l’Arminuta è cresciuta. Recensione

L’Arminuta, edito da Einaudi nel 2017, è uno dei romanzi più letti, apprezzati e consigliati degli ultimi anni. Opera pluripremiata e di indubbia bellezza, riteniamo sia indispensabile recuperarne la lettura prima di approcciarsi a Borgo Sud, suo seguito, da poco uscito nelle librerie per lo stesso editore.

Borgo Sud: la trama del libro

Un temporale disturba improvvisamente una giornata di festa, il vento e la grandine disperdono gli ospiti, una macchia di sangue si allarga sulla stoffa bianca del vestito. Le immagini con cui la Di Pietrantonio introduce il lettore nella vita dell’Arminuta, ormai cresciuta e diventata donna, sono cariche di drammaticità sin dalle prime pagine. Dalla conclusione del primo romanzo, ritroviamo la protagonista lontana dalla famiglia d’origine e dall’Abruzzo, più precisamente a Grenoble. L’adolescenza, la carriera universitaria, la relazione con la sorella Adriana e con il fidanzato Piero si trovano già alle sue spalle e restano ignote al lettore. I ricordi però irrompono di colpo nella mente dell’Arminuta, nel momento i cui giunge una terribile notizia che la richiama urgentemente nella sua terra.

Capitolo dopo capitolo il lettore ricostruisce il passato di due sorelle che hanno affrontato la vita sole, unite da un’incolmabile solitudine che le ha rese fragili al confronto con il resto del mondo. Per entrambe il rifugio dalla solitudine è stato l’amore, vissuto come totalizzante e per questo destinato a trasformarsi in malattia, dannazione. Adriana e l’Arminuta si avvicinano e si respingono, in una sorellanza che si arricchisce di quella complessità propria della crescita. Attrazione e repulsione, desidero e negazione delle proprie origini. Fino alla fine c’è la volontà di liberarsi dal passato che le ha macchiate in modo indelebile, segnando il loro destino.

“Abbiamo litigato a parole aspre, ma anche come bambine, a spinte e strattoni. Adriana sapeva riportarmi indietro, a tutto quello che avevo voluto lasciare.”

“Lei, al contrario, era sempre così viva e pericolosa. Provavo forte il disagio di essere sua sorella.

I luoghi di Borgo Sud, Pescara e l’Abruzzo

Borgo Sud è, più de L’Arminuta, un romanzo di luoghi. Ci sono le montagne di Grenoble, in cui la protagonista si rifugia per iniziare una nuova vita, ma soprattutto c’è l’Abruzzo, che torna prorompente a farsi largo nei suoi pensieri con i sapori marcati, gli odori e i suoni della città di Pescara. Linee invisibili solcano la terra, creando confini ideali che la protagonista attraversa dolorosamente. Il paese dei genitori, pur distando solo cinquanta chilometri, sembra appartenere a un altro mondo; Borgo Sud, il quartiere dei pescatori, le appare nascosto dal resto della città di Pescara, ben più accessibile. L’Abruzzo risuona nei dialoghi e nelle espressioni dialettali di Adriana e della famiglia, emerge nei gesti, nei nomi delle pietanze cucinate, nell’odore del mare che evapora in casa.

“Respiravamo un’aria sempre un po’ azzurra, entrava dalla terrazza affacciata sul mare. Il mare evaporava in casa nostra.”

La scrittura tesa e potente di Donatella Di Pietrantonio

Con la stessa maestria del precedente romanzo, anche in Borgo Sud l’autrice evoca immagini potenti, tratteggiandole rapidamente con un linguaggio essenziale, come scatti fotografici che appaiono d’improvviso nella mente del lettore. Il racconto, specie nella prima parte, procede attraverso l’utilizzo sapiente di salti temporali padroneggiati alla perfezione. Tutto il romanzo è percorso da una tensione emotiva che si dissolve solo alla conclusione: la scrittrice non manca di ricordare al lettore il presagio drammatico che aleggia sulla vita delle protagoniste. La prosa della Di Pietrantonio è un tributo alla sua terra, specie nelle espressioni dialettali di alcuni personaggi – il padre, Adriana, gli abitanti di Borgo Sud – ma anche nel pensiero magico, nei richiami alle superstizioni e alle maledizioni.

“Non eravamo più bambine, i segreti reciproci erano cresciuti con noi.”

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

Silvia Ognibene

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