Uno su infinito di Cristò Chiapparino: la storia (im)possibile di una lotteria televisiva. Recensione

 Uno su infinito di Cristò Chiapparino: la storia (im)possibile di una lotteria televisiva. Recensione

Quante sono le possibilità di conoscere come finirà la nostra vita? Quante, quelle che ci portano a sapere la modalità in cui soffriremo o gioiremo nei prossimi giorni? E quante, ancora, quelle che conosciamo di vincere un ingente montepremi alla lotteria?
Uno su infinito.

Sta tutta qui l’essenza del lungo racconto di Cristò Chiapparino pubblicato per TerraRossa Edizioni a maggio di questo anno. Una terza ripubblicazione che mai si rivela più attuale come adesso.

Uno su infinito di Cristò Chiapparino: la trama del libro

Questa è una storia ingarbugliata che si può tradurre, in modo paradossale, in un’unica frase: la storia di una lotteria televisiva e il racconto della sua creazione e del suo successo, fatto dai protagonisti. In cosa consiste il gioco? Si scommette su un numero e si spera che venga estratto, secondo un criterio sconosciuto ai partecipanti. E ogni volta, il numero è diverso e può essere infinito. E infinite le volte in cui nessuno vincerà, ma “le cose possibili succedono (come il martedì succede al lunedì) mentre quelle impossibili accadono”.

L’originalità di questa trama sta tutta nel modo in cui è raccontata. Si parte quasi dalla fine per arrivare quasi all’inizio. Come nei migliori gialli e noir che conosciamo. E la cosa che colpisce è la struttura nella struttura: a iniziare il libro è Tancredi, un medico di medicina generale che riceve il manoscritto con le testimonianze di un documentario sulla lotteria. Come Caronte, ci traghetta all’interno della storia per venirci a riprendere al di là del fiume a fine libro e chiudere il cerchio.

Eppure, come nelle vicende più accattivanti, non può essere tutta lì la storia, a vegliare sulla trama principale c’è una macro storia che è stata il movente vero e proprio della lotteria. Lo si apprenderà con grande stupore verso la seconda metà del racconto.

A narrare la creazione di That’s (im)possible sono l’ideatore Bruno Marinetti, e tutta la gente che gravita dietro al programma televisivo come, la segretaria di redazione, il conduttore televisivo, cameramen, giocatori e via discorrendo.

La tecnica di narrazione di Uno su infinito

Questo testo è stato concepito con frammenti di testimonianze, con spezzoni di interviste fatte ai protagonisti, tant’è che a esergo viene definito un “racconto orale”. In effetti, è facile immaginare gli attori della storia seduti su una poltrona davanti a un microfono con una telecamera puntata, a registrare la loro testimonianza di un fatto imprevedibile (quasi impossibile) che è stato il successo di That’s (im)possible.

Continuiamo a leggere i libri di Cristò e continuiamo a pensare che il suo tratto letterario sia ogni volta geniale. L’abbiamo apprezzato qui, ma l’abbiamo stimato anche in La carne. La capacità di inventiva e scrittura di questo autore è paragonabile all’imprevedibilità intelligente della vita: ti porta sul tavolo dell’esistenza (o della storia) una soluzione e uno scenario a cui tu non avevi minimamente pensato. E la sorpresa sta non solo nella successione di eventi, ma anche nella modalità in cui essi vengono narrati.

Non saremo noi a spoilerare il criterio con cui si estrae ogni volta il numero vincente, ma quello che possiamo dire è che la cosa più banale, forse meno importante, diviene, poi, la ragione che muove i fili della storia.

a cura di Antonella Dilorenzo

 

 

 

Antonella Dilorenzo

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