“Raccontami tutto” di Elizabeth Strout: l’inno alle vite dimenticate è una celebrazione della vita stessa
Le indiscusse protagoniste dell’universo letterario di Elizabeth Strout, Olive Kitteridge e Lucy Barton, si incontrano – finalmente – in Raccontami tutto (Einaudi, 2025; traduzione di Susanna Basso) e, nonostante le distanze, sembrano non volersi lasciare più. A tenerle insieme sono i loro racconti di storie di vite ignorate e dimenticate dai più, ma che comunque riescono lungo una strada che porta dritta fino ai giorni nostri quando, tra pandemia da covid e guerra in Ucraina, riescono addirittura a dare un senso al presente e all’immediato futuro.
Raccontami tutto di Elizabeth Strout: la trama del libro
I protagonisti del romanzo di Elizabeth Strout, nell’incredibile pletora di personaggi che popolano la fittizia cittadina di Crosby – nel Maine tanto caro all’autrice –, sono sostanzialmente tre, equiparabili alla figura di eroi salvifici ognuno a proprio modo. A far incontrare Olive Kitteridge, ospite della residenza per anziani del paese, e Lucy Barton, scrittrice di successo arrivata nel Maine da New York per la pandemia e mai più rientrata, è Bob Burgess, avvocato in pensione e assieme alle due narratrici motore di Raccontami tutto. Tra una visita all’ospizio e una passeggiata con Bob, Lucy inizia a interessarsi alle storie di anni prima raccontate da Olive e raccontandone di nuove a sua volta. E mentre il lettore si appassiona alle vicende di tanti nuovi personaggi, da Margaret, moglie di Bob a William, ex marito di Lucy, una donna del posto scompare per essere poi ritrovata morta nel lago di una cava. Dell’omicidio è sospettato il figlio Matt, che la accudiva e che ne subiva le quotidiane angherie e che verrà difeso proprio da Bob. In Raccontami tutto si intrecciano così storie passate, vicende presenti e il desiderio delle narratrici di cercare nei loro racconti di vite andate la risposta alla domanda delle domande: «qual è il senso della vita?».
Le storie degli altri sono il vero senso della vita
Pur essendo tutte diverse, le storie raccontate da Olive, Lucy e parzialmente anche da Bob hanno il merito di dare risalto ai rispettivi protagonisti. Ci sono ex mogli, figli arrabbiati, vicini di casa curiosi, vecchi amici scomparsi da tempo e amori fugaci durati il tempo di un viaggio in treno e tutti riescono non solo nel ribaltare le premesse iniziali ma addirittura a spiegare perché una determinata scelta è stata fatta nel futuro o perché quello o quell’altro personaggio hanno un certo comportamento. Ma soprattutto, sembrano rappresentare, per Olive, Lucy e Bob una specie di plasma vitale senza il quale non potrebbero capire sé stessi. Ci si interroga spesso, in Raccontami tutto, su quale sia il senso della vita e la risposta potrebbe essere proprio questa: le persone normali, con le loro storie normali sono il senso della vita. Nessuno dei tre protagonisti è perfetto, anzi. E noi lettori, oggetto diretto delle attenzioni di Strout, siamo la loro copia perfetta.
La scrittura di Elizabeth Strout in Raccontami tutto
Caratterizzato da uno stile semplice e discorsivo, il romanzo di Elizabeth Strout ha i crismi di un saggio antropologico sulla società americana, benché in prosa; è pieno di figure ricorrenti e di nuove scoperte. E fedelmente al titolo, Raccontami tutto, nelle loro interazioni quotidiane, i protagonisti sembrano veramente raccontarsi di tutto. È l’ennesima conferma di come l’autrice, vincitrice del premio Pulitzer nel 2009, sia una delle voci più autorevoli in materia di umanità, di vita quotidiana e di bellezza della semplicità.
A cura di Milo Salso

