Dai fumetti disegnati da bambino, alle illustrazioni per etichette discografiche: intervista a Lorenzo Babboni, illustratore toscano

 Dai fumetti disegnati da bambino, alle illustrazioni per etichette discografiche: intervista a Lorenzo Babboni, illustratore toscano

È di poche parole Lorenzo Babboni, l’illustratore toscano che seguirà i lavori grafici dei racconti di marzo 2024 su Rivista Blam!. Tuttavia, quando si tratta di colori, schizzi, elementi illustrativi e disegni, riesce a esprimersi senza rivali: si lascia andare e lo fa benissimo. 

Le sue opere, piene di giochi cromatici, sono un invito a intraprendere un viaggio riflessivo volto a  scoprire il significato di ogni oggetto o figura rappresentata. Tra l’insegnamento del fumetto ai suoi allievi, collaborazioni con etichette musicali, case editrici e altre aziende commerciali, ha avuto il tempo di raccontarsi un po’, in questa intervista. 

Ecco chi è Lorenzo Babboni.

Chi è e cosa fa nella vita?

Mi chiamo Lorenzo Babboni e sono un illustratore e graphic designer.

Ci racconta il momento in cui ha deciso che il disegno sarebbe stato il suo lavoro? 

Fin da bambino ho coltivato la passione per il disegno. Durante l’infanzia, sono state due le figure chiave che hanno stimolato la mia creatività: mio cugino che condivideva con me la sua passione per i fumetti, incoraggiandomi a disegnare insieme, e la mia insegnante di arte alle medie. È stata lei a ispirarmi e a spingermi verso un percorso di studio che oggi mi ha condotto a lavorare in questo settore.

Come definirebbe il suo stile? 

Non ho uno stile in particolare: studio, cerco e creo in base al progetto che ho davanti. Provo sempre a metterci anima e corpo, impegnandomi il più possibile.

Che bambino è stato?

Da piccolo ero introverso.

Cosa c’è sul suo piano di lavoro? 

Sulla scrivania ho pc, tavoletta grafica, fogli di varie grammature, lapis, pennini e colori.

Come imposta il suo lavoro, fa degli schizzi dopo un guizzo di ispirazione? Idea che si ha, spesso, degli illustratori nell’immaginario comune.

Solitamente inizio con delle bozze a matita su carta, per trovare ispirazione e iniziare a delineare il progetto. Successivamente, conduco ricerche e cerco riferimenti. Infine, lavoro sia in formato digitale che tradizionale su carta, per creare le versioni definitive.

Qual è la richiesta più strana che le hanno fatto?
Una delle richieste più strane che ho ricevuto è stata quella di creare alcune illustrazioni da inserire all’interno di un libro fantasy, che però dovevano rappresentare un personaggio tragicomico. È stata un’esperienza interessante e unica, poiché mi ha sfidato a trovare un equilibrio tra il fantastico e l’ironico, dando vita a un personaggio dal carattere davvero singolare.

Ci racconti brevemente i progetti a cui hai lavorato e di cui va fiero? 

I progetti di cui sono particolarmente orgoglioso, sono alcune copertine realizzate per diversi album musicali e le etichette create per le lattine di birra di un birrificio, destinate alla loro edizione speciale.

Se fosse un quadro famoso, quale sarebbe e perché? 

Se dovessi identificarmi con un quadro famoso, opterei per La relatività di M.C. Escher. Quest’opera mi affascina per la sua capacità di sfidare le convenzioni spaziali e creare una realtà apparentemente impossibile e contraddittoria. Ammiro l’abilità di Escher nel giocare con la percezione e nell’introdurre elementi di inganno ottico.

Tre illustratori che l’hanno illuminata sulla via di Damasco… 

Frezzato, Moebius e Juanjo Guarnido.

Blam

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