In Ventre Giulia Della Cioppa racconta l’anatomia e la patologia delle relazioni umane

 In Ventre Giulia Della Cioppa racconta l’anatomia e la patologia delle relazioni umane

Il romanzo d’esordio di Giulia Della Cioppa deve il suo eloquente titolo alla parte del corpo famosa per custodire non solo le viscere, ma anche l’impulsività e il coraggio irrazionale. Ventre è una «storia di pancia»; racconta, infatti, gli effetti che le parole sussurrate da una madre hanno sul ventre della protagonista, la figlia Margherita, in stato vegetativo da un mese e sospesa in un limbo tra vita e morte. Il libro è un’esplorazione anatomica delle emozioni che usa il non luogo di un corpo apparentemente spento come se fosse una ghiandola pineale cartesiana, come medium tra realtà psichica e realtà fisica nella quale Margherita si trova, suo malgrado, a vivere.

Ventre di Giulia Della Cioppa: la trama del libro

Margherita ha messo fine alla sua vita il giorno del suo ventiseiesimo compleanno. Ma il suo è un suicidio fallito: Margherita non è morta, si trova in uno stato di coma irreversibile in un letto d’ospedale. Attorno al suo letto ruotano solamente poche figure, se si esclude Cintia, compagna di stanza e anche lei inchiodata a un infinito e congelato presente. Oltre all’apprensiva madre, accanto al suo letto d’ospedale si avvicendano figure kafkiane, una su tutte Bianca, l’infermiera zelante e psicotica.

Odi et amo o dell’ambiguità delle relazioni

Caratterizzato da una scrittura veloce, fredda e tagliente come il bisturi che è spesso al centro della scena, Ventre è un’indagine rapace che disseziona il lato oscuro dell’animo umano, il suo abisso apparentemente inaccessibile. Chiunque entri nella stanza d’ospedale – vero e proprio palcoscenico – porta con sé anche paurose ambivalenze: è il caso della madre, apprensiva e distratta, e soprattutto di Bianca, tanto amorevole quanto sadica. Il rapporto tra Margherita e sua madre si dispiega attraverso i ricordi della ragazza che, colpo di scena, vede, «sente» e, più di ogni altra cosa, pensa. È il classico rapporto conflittuale iniziato nella notte dei tempi, spesso portato avanti più per coerenza con sé stessi che per altro. Innegabile, tuttavia, è l’amore che le lega, anche se azioni e comportamenti sembrano andare in direzione opposta. Anche quello con Bianca è un rapporto, se così si può chiamare, di ostinata resistenza: l’infermiera meticolosa, infatti, tentando di stabilire una qualche connessione con la paziente, trasforma le sue cure in puro sadismo su un corpo che non può (o non vuole?) rispondere.

Oltre all’ampio ricorso a metafore tratte dal regno animale, la prosa indugia sul significato allusivo dell’opposizione cromatica bianco-nero: questi «non-colori» simbolizzano il contrasto tra realtà fisica e realtà psichica della protagonista; nero è l’animo comunque buono di Margherita, al bianco rimanda il nome dell’angelo che la tortura. Tutto e il suo esatto contrario capita a questo corpo, che forse non è un semplice contenitore come tutti credono.

Chi è Giulia Della Cioppa, autrice di Ventre

All’esordio come romanziera, Giulia Della Cioppa è nata a Caserta nel 1996. Lettrice accanita e autrice di racconti per riviste di narrativa, è laureata in Scienze cognitive con una tesi in Filosofia estetica. Collaboratrice a tempo pieno di varie testate giornalistiche, il suo Ventre (Alter Ego, 2023) ha già ricevuto il plauso di autrici come Benedetta Palmieri, Veronica Raimo ed Elisa Ruotolo.

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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