Libro del sangue di Matteo Trevisani: genealogia e destino in un intreccio dalle tinte noir. Recensione
A chiudere l’ideale trilogia che annovera Libro dei fulmini e Libro del Sole, quest’autunno Matteo Trevisani ci consegna il Libro del Sangue, un tuffo vertiginoso nella ricerca delle proprie origini e del proprio destino. Atlantide, casa editrice che ama scommettere su nuove idee e contemporaneità, ne realizza un prodotto sublime, dalla grafica accattivante ed enigmatica.
Libro del sangue di Matteo Trevisani: la trama
Matteo Trevisani è protagonista del suo romanzo. Autore, scrittore e, a tempo perso, appassionato di genealogia e araldica, ogni mattina all’alba interroga i morti, i suoi antenati, per ordinare gli eventi del passato e ricongiungersi a una verità che continua a sfuggirgli. Da generazioni una macabra ricorrenza sembra aver colpito la sua famiglia: i primogeniti maschi di ogni linea di sangue muoiono annegati, come per colpa di una maledizione. Un pomeriggio Matteo riceve nella sua casella di posta elettronica il suo albero genealogico che contiene una strana particolarità: la data della sua morte, fissata a soli 5 giorni di distanza dal momento della ricezione. Inizia, dunque, un febbrile lavoro di ricerca e studio in cui Matteo sarà costretto a ripercorrere un passato doloroso, interrogando il suo maestro di genealogia Alvise e la figlia Giorgia di cui è stato innamorato.
“È la storia di un naufragio, di chi si salvò e di come alcuni morirono. Come in ogni naufragio, come in ogni cosa della vita. Vorrà forse dire che è quello che la aspetta? Naufragare?” “O salvarmi”, dissi io”.
Genealogia e destino in un intreccio dalle tinte noir
Il libro di Matteo Trevisani sfugge a ogni definizione. La trama procede come in un giallo dalle tinte noir ma mescola alla suspence delle scoperte del protagonista, interrogativi esistenziali, filosofici, che lo portano a fluttuare in un mondo a tratti irreale, sospeso tra incubo e realtà. Matteo ripercorre il significato di genealogia, intesa come il tentativo di dare un ordine alle cose che furono per trovare il senso a ciò che è. Il pensiero ricorrente della morte, le visioni dei defunti, le immagini bibliche di mostri mitologici in lotta per la sopravvivenza della loro dinastia, Libro del Sangue ben presto si solleva dalla realtà e resta sospeso in uno straordinario quanto angosciante universo parallelo.
“(…) era uno dei molti bisogni a cui la genealogia cercava di rispondere, un modesto tentativo di mettere ordine nel caos, catalogare i morti perché essi non possano più uscire dalla loro tombe germoglianti, piene di gemme verdi e scompaginarti la vita. I morti senza ruolo lo fanno, è il loro modo per continuare a esistere dentro di te.”
La scrittura di Matteo Trevisani
Vertiginoso, perturbante, il nuovo romanzo di Matteo Trevisani avvolge il lettore trascinandolo in una spirale tetra, a tratti angosciante, ma di indubbia originalità. I brevi capitoli si alternano a paragrafi in cui la voce narrante è quella dei morti che riportano alla luce eventi del passato. Squarci di luce su storie dimenticate che troveranno un significato ultimo solo alla conclusione del romanzo. L’effetto finale è quello di confondere, mescolare il passato al presente, il racconto alla verità. Un romanzo biblico, mitologico, in cui ogni dettaglio è simbolo e ogni simbolo assume significato. Un’esperienza di lettura memorabile.
“Da qualche anno ogni mattina, poco dopo l’alba, mi siedo a gambe incrociate al centro dello studio, a interrogare i morti. So che un giorno mio figlio si siederà al mio posto , e io cercherò il mio in quella massa scura, e tutti loro saranno dietro di me, a toccarmi le spalle, a farmi sentire il peso e l’orgoglio della loro presenza. Quando mi volterò verso di lui mi unirò al loro canto e nei nostri occhi si incroceranno i segreti genetici, quello che di vero c’è nel sangue.”
a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica