Il capitale amoroso di Jennifer Guerra: manifesto per un eros politico e rivoluzionario. Recensione

 Il capitale amoroso di Jennifer Guerra: manifesto per un eros politico e rivoluzionario. Recensione

Se alla compassione uniamo la forza, e alla forza la ragione, l’amore sarà il nostro retaggio, e il cambiamento un diritto per i nostri figli. I versi conclusivi della poesia che Amanda Gorman recitò durante la cerimonia di insediamento del presidente degli Stati Uniti d’America, risuonano nella mente durante la lettura de Il capitale amoroso di Jennifer Guerra (che tempo fa abbiamo intervistato): manifesto per un eros politico e rivoluzionario.

Il capitale amoroso: di cosa parla?

Non definisce l’amore, ma ciò che è capace di compiere

Partendo dall’idea di amore, diffusa nella società capitalista – cinica, sprezzante, un sentimento mosso dall’utilità che nasconde senza dubbio l’inganno – oppure, al contrario, di amore romantico, edulcorato, basato sui film e il marketing pubblicitario, Jennifer Guerra elabora un breve saggio in cui non vuole descrivere l’amore, quanto definirne le potenzialità. Quando l’amore è in grado di passare dal singolo alla comunità, si trasforma in un atto rivoluzionario, antisistema. Nella prima parte la scrittrice ci propone la classificazione ideologica dell’amore, elaborata nel 1973 da John Alan Lee, secondo la quale se ne distinguono sei tipologie: eros, ludos, storge, mania, pragma e agape. Il nucleo centrale del saggio è proprio agape, inteso come amore incondizionato basato sull’altruismo e la comprensione, quel genere di sentimento che la società capitalista ostacola rendendo l’uomo schiavo di una vita frenetica, iperproduttiva e votata alla solitudine. Agape è l’unico genere che possiede un potenziale rivoluzionario, in grado di riverberarsi nel resto della società. 

Amare non è qualcosa che ci capita se siamo fortunati né un semplice incidente di percorso. È innanzitutto una scelta, ed è una scelta che si compie ogni giorno.

L’amore come scelta politica, come comunità

Proseguendo nella lettura, Jennifer Guerra analizza il sentimento amoroso nella società neoliberista fino a ipotizzare una forma d’amore incondizionato e totalizzante, un agape dunque, in grado di promuovere l’azione politica. L’esempio più illuminante è il riferimento alla beloved community di Martin Luther King. La comunità amorevole di King si basava sull’accoglienza delle singolarità ed era innanzitutto una pratica, un esercizio quotidiano. All’amore collettivo si contrappone un amore borghese che deve senz’altro rimanere privato.

L’amore è uno strumento di gioia perché è amando che raggiungiamo il nostro massimo potenziale di esseri umani. Amare ci rende creativi, vigili, attenti, resistenti in un mondo dominato dalla tristezza. L’amore è grazia sotto pressione.

La scrittura di Jennifer Guerra

L’autrice, classe 1995, è in grado di descrivere con lucidità le logiche emotive che abitano il nostro tempo. Con un linguaggio chiaro e privo di sbavature, accompagna il lettore lungo il suo ragionamento, costruendo un saggio di facile lettura e dal contenuto mai banale. Il testo è arricchito da brani di autori importanti (una tra tutti bell hooks), ma anche citazioni filosofiche o riferimenti pop, da Sex&theCity a Pretty Woman. Hemingway, Marx, Platone, Malcom X: Jennifer Guerra dimostra di sapersi muovere fluidamente nel tempo e di padroneggiare attentamente la materia. Ne risulta una riflessione necessaria, di questi tempi, e quanto mai attuale.

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

Silvia Ognibene

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