Il valico dei briganti di Vincenzo Pardini: storia di un leggendario latitante

 Il valico dei briganti di Vincenzo Pardini: storia di un leggendario latitante

Dalla Garfagnana alla California, andata e ritorno. Questo il biglietto del viaggio, prima della speranza, e poi della consapevolezza, che cambierà per sempre la vita di Vlademaro Taddei e di Jodo Cartamigli, giovani toscani partiti per l’America in cerca di fortuna e rientrati con motivazioni diametralmente opposte. Il valico dei briganti (Vallecchi, 2023), il nuovo libro di Vincenzo Pardini, è un romanzo ambientato nell’Ottocento nel quale si racconta – intrecciando verità storica e invenzione letteraria – l’epopea della primula rossa Barbanera, brigante divenuto un mito locale e pronto a tutto pur di non farsi catturare.

Il valico dei briganti di Vincenzo Pardini: la trama del libro

Secolo XIX. Vlademaro Taddei, giovane di Bagni di Lucca, decide di partire per l’America in cerca di fortuna insieme al compaesano Jodo Cartamigli (personaggio già noto ai lettori di Pardini), anche lui desideroso di una vita migliore oltreoceano. Le loro esistenze prenderanno, però, una piega inaspettata quando, assoldati come ranger a San Diego, Vlademaro deciderà di passare dalla parte opposta della barricata. Il tradimento di Vlademaro, passato coi banditi e determinato a non fermarsi davanti a nulla, scatenerà una caccia all’uomo che dalla California si sposterà sui monti della Garfagnana dove, il «traditore» metterà su una vera e propria banda di briganti toscani, trasformandosi nella leggendaria figura di «Barbanera», il bandito inafferabile. Ma Jodo, tornato anch’egli al paese e assetato di vendetta più che mai, lo attende al varco.

Un acuto triangolo tra storia, mito e fantasia

Scritto, conservato, semidimenticato, riesumato, riadattato, pubblicato. La storia editoriale che ha portato Il valico dei briganti a vedere la luce, nell’estate del 2023, è un’epopea lunga 40 anni, quasi la metà della storia del brigante Barbanera. In un ardito equilibrio tra fatti storici e invenzione, il confine tra mito e leggenda è, nella Garfagnana ottocentesca, più che mai nebuloso. L’atmosfera che contraddistingue Il valico dei briganti è, invece, solida e granitica come le alpi Apuane pregevolmente affrescate, mentre la scrittura di Pardini, tesa ed essenziale, sa restituire, attingendo all’italiano regionale, l’indole bruta dei personaggi. Tra colpi di revolver e casolari sperduti, la proverbiale distinzione tra guardie e ladri viene meno, in nome di una vendetta che l’acqua dei torrenti selvaggi aiuta a servire fredda. Chiunque compaia sulla scena, del resto, sembra portare dentro di sé una sete di rivalsa e una durezza d’animo che si sposa alla perfezione con la natura aspra in vasto gioco di specchi e sincronicità che vedrà Vlademaro, divenuto vecchio e latitante, attendere vigile che la storia diventi leggenda. E che la leggenda diventi mito.

Chi è Vincenzo Pardini, autore di Il valico dei briganti

Nato nel 1950 a Fabbriche di Vallico, nella media Val di Serchio in provincia di Lucca, Vincenzo Pardini inizia a scrivere sin da bambino, ispirato dagli scritti di Collodi e Fucini. Il suo talento di narratore troverà il primo riscontro del pubblico quando, nel 1976, la rivista «Nuovi Argomenti» pubblicherà due suoi racconti. Profondamente legato alla natura e ai suoi luoghi biografici, Pardini non rifugge le dettagliate descrizioni dei paesaggi montani e boschivi che usa come ambientazione delle sue opere. Mentre il regno animale è quello cui attinge per costruire allegorie della condizione umana più profonda, divisa tra un inconscio tenebroso e crudele e un Super-io schiacciante. Autore pluripremiato, ha vinto, tra gli altri, il premio Pasolini per la narrativa con La terza scimmia (Quiritta, 2001) e il premio internazionale Rocca di Montemurlo con Lettera a Dio (Pequod, 2004). Attualmente collabora con il quotidiano «La Nazione» e, da quasi cinquant’anni, con la rivista «Nuovi Argomenti».

Il valico dei briganti è il suo ultimo romanzo.

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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