«Difficile da definire, complicato da inquadrare». Il Modernismo: storia e caratteristiche del genere letterario

 «Difficile da definire, complicato da inquadrare». Il Modernismo: storia e caratteristiche del genere letterario

Le premesse del Modernismo, movimento culturale del Novecento, sono riconducibili a un’affinità di pensiero e a un’unità di intenti, pur non esistendo un manifesto ufficiale, uno alla «Marinetti per il Futurismo», per intenderci. 

«Difficile da definire, complicato da inquadrare».

Gli studiosi di letteratura sono tutt’ora scettici e divisi sull’attribuzione o meno di alcune opere a questo movimento, il cui nome è stato desunto dal termine inglese modernism, usato dai poeti anglofoni negli anni Venti per tentare di raccogliere sotto un’etichetta il lirismo e la voglia che li accomunava.

Il Modernismo: poesia e prosa in Italia

Con Modernismo si intende in letteratura un genere sorto quasi contemporaneamente sia in Europa sia nel Sud America agli inizi del 1900, atto a cambiare lo stile poetico e prosaico, rompendo e rifiutando gli schemi della scrittura tradizionale. Coerentemente con lo spirito dell’epoca e con le varie avanguardie artistiche – si pensi ad artisti come Picasso, Chagall e Klee, per citarne alcuni –, grazie al Modernismo è possibile respirare un intento comune, volto principalmente a raggiungere un nuovo metodo di rappresentazione e, quindi, di espressione. Prendendo in esame la parte italiana di questa corrente possiamo fare un distinguo tra poesia e prosa, laddove la differenza è principalmente nella forma espositiva, ma anche nel focus su temi differenti. Divise per ambito sono:

Poesia

Tradizione e innovazione: i modernisti sono tradizionalisti, amano l’antico e l’ordine, ma sono anche innovatori che tendono a sperimentare e scombussolare, usando versi liberi e sciolti e parlando di temi insoliti. Un esempio sono gli ermetici Montale e Ungaretti, capaci di comporre versi senza punteggiatura usando un linguaggio colloquiale. 

Crisi e speranza: un costante rimando alla crisi del Novecento e allo spiraglio di luce che si spera possa, prima o poi, arrivare. L’attaccamento alla vita, dunque, è contrapposto alle ingiustizie, al terrore e alla sofferenza che il Ventesimo secolo rappresentava. 

Prosa

Romanzo come unica forma espositiva possibile, in quanto candidato ideale per raccontare una storia articolata e difficile, in cui è rivolta una grande attenzione all’inconscio – sono comunque gli anni di Freud e Jung – e alla percezione soggettiva del tempo: esempio classico è il frammentato racconto che Italo Svevo fa della vita di Zeno Cosini, saltando avanti e indietro nel tempo e in lungo e in largo nella spazio.

I protagonisti sono spesso ai margini della vita, in quanto testimoni viventi dell’epoca della crisi per eccellenza, il Novecento appunto. Malati, bugiardi e psicotici, come il Moscarda di Pirandello, ritenuto pazzo da tutti ma in realtà lucidissimo. Viene usato spesso il monologo interiore, un discorso lungo e continuo, senza filtri e introduzioni. Come lo stream of consciousness di James Joyce, grande amico di Svevo. 

Il Modernismo: il contributo europeo

Nel resto dell’Europa, come in Francia e Cecoslovacchia, le opere di Camus, Céline e Kafka sono affini ai canoni prosaici di Svevo e Pirandello. Dal grande contributo dato da Camus nel raccontare e descrivere i problemi della coscienza umana, al pensiero esplosivo di Céline, il Modernismo è espressione di un periodo complicato, fatto di grande disperazione e di grande crisi, anche esistenziale. L’immagine perfetta è L’urlo di Munch, raffigurazione dell’uomo moderno, fatto di paure, di sentimenti inespressi e di grande smarrimento. Come, anche, il vissuto di Gregor Samsa, l’alienato scarafaggio di Kafka che prova a adattarsi alla sua nuova vita, nonostante la costante angoscia e lo spiazzamento che lo pervadono. 

Il Modernismo ispanico-portoghese

In Spagna le prime espressioni moderniste sono databili al 1888 e rintracciabili nella letteratura ispanica, anzi ispano-americana, e più precisamente nell’opera Azul di Rubén Darío. In America, il Modernismo è una versione più estrema di quella europea, poiché alla ricerca di nuovi stili e sperimentazioni, si affianca un tentativo di taglio netto col passato: un rinnovo della prosa e della poesia. Dal rifiuto della scienza alla nuova concezione di temporalità, i lavori dei fratelli Machado, così come quelli di Herrera y Reissig e di altri esponenti di lingua spagnola promuovono tutti un’accettazione attiva – contrapposta a quella passiva – della realtà, trasformando tutto ciò che è vecchio in nuovo, negando fermamente il Romanticismo retorico e abbracciando il Decadentismo nato in Francia. 

Gli autori di lingua portoghese, invece, hanno raggiunto nuovi approdi, staccandosi leggermente dagli ispanici. Secondo Pessoa e Sá-Carneiro, soci di Generazione Orpheu, il rapporto tra opera e autore è ai minimi storici.

«Make it new», Ezra Pound

Gli anglo-americani, da Pound in poi, hanno contribuito al rinnovamento del romanzo ottocentesco, ancorato al vecchio Romanticismo. Al grido di «make it new» gli autori anglo-americani si impegnarono nel voler sovvertire i canoni della rappresentazione, in completa armonia con tutto il movimento artistico del Novecento, da Il pensatore di Rodin ai colori geometrici di Kandinskij. In questo senso, rendere l’opera un essere perfettamente autosufficiente, senza dover essere per forza espressione dell’interiorità dell’artista, è rintracciabile soprattutto nella poetica di Eliot e nei romanzi di Joyce, ma anche, tra gli altri, nei lavori di Faulkner, Woolf ed Hemingway.

 

A cura di Milo Salso

Milo Salso

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