Resti: provincia, adolescenza e diversità nel libro di Gianni Agostinelli. Recensione

 Resti: provincia, adolescenza e diversità nel libro di Gianni Agostinelli. Recensione

In Resti, una delle ultime pubblicazioni della casa editrice Italo Svevo, Gianni Agostinelli punta lo sguardo verso la campagna umbra, raccontandoci la vita di tre amici cresciuti a ridosso del fiume Tresa, tra i campi coltivati e le strade sterrate che costeggiano gli allevamenti agricoli. Uno sfondo da cartolina, caro ai turisti stranieri, dietro cui si nasconde il grigiore esistenziale di tre uomini.

Resti: la trama del libro di Gianni Agostinelli

Massimo, Alceste e Leo: tre ragazzi annoiati che spingono lentamente la loro bicicletta lungo i sentieri sterrati. Adolescenti come tanti, che ingannano la noia dell’estate umbra compiendo qualche innocente bravata. La desolazione e la solitudine in cui sono immersi sin dalla nascita, agisce su di loro come una costante che, crescendo, li rende adulti insicuri ed emotivamente instabili. I tre protagonisti sono figli abbandonati, adolescenti incompresi, poi adulti fragili, capaci solo di reagire con la violenza e l’odio ai fallimenti e alle difficoltà della vita. Il romanzo procede descrivendo l’età adulta dei tre, immergendo il lettore nella meschinità delle loro scelte e nella disperazione che li soffoca. Vittime e carnefici di loro stessi, benché la vita li separi, Massimo, Leo e Alceste tornano quasi diabolicamente a incrociare le loro strade, senza riuscire a sottrarsi alla spirale di violenza, prima psicologica poi fisica, che li travolge.

“Pensa al destino che ancora una volta l’ha messo sulla stessa strada di Leo, e poi di Massimo. Ma soprattutto pensa che è innocente.”

La provincia di tutti i giorni, sempre uguale e senza speranza

Gianni Agostinelli svela il grigiore e l’aridità che si nascondono dietro l’apparenza bucolica della sua terra. Dove i turisti sognano B&B con la piscina o piccole botteghe di prodotti biologici, dove cresce il seme della violenza, dello sfruttamento dei migranti, del lavoro in nero. La frustrazione che consuma Alceste e lo porta a umiliarsi pur di ottenere un posto di lavoro sicuro; la brama di successo e denaro che spinge Massimo a compiere atti orribili pur di imporre se stesso; e infine Leo, il più imprevedibile tra i tre, che tocca il  punto più miserabile della vita di un uomo trasformandosi in un mostro, impossibile da perdonare. Dietro di loro si svelano una miriade di rapporti irrisolti, invidie mai sopite e dolori malcelati.

“Gira per le strade del paese come non faceva da tempo, senza fretta, sembra un turista, uno di quegli stranieri che a partire dalla primavera vengono a farsi un giro nei paesini al confine tra Umbria e Toscana. Non glien’è mai fregato niente di quei posti, c’è semplicemente nato e cresciuto.”

Un romanzo duro e impietoso

Resti è un romanzo che, pagina dopo pagina, assume maggior ruvidità e asprezza. I pochi momenti di serenità raggiunta, sono solo il preludio dell’ennesima sconfitta, di un nuovo dolore. Per questo motivo è un romanzo impietoso, radicale, che lascia il lettore senza speranza. La scrittura di Agostinelli è sicura e scorrevole, dura e spietata ma realistica. La conclusione della vicenda che vede protagonisti i tre amici lascia il lettore esterrefatto eppure non rassicurato, forse proprio come i tempi instabili che stiamo vivendo.

a cura di Silvia Ognibene
@silviabookolica

Silvia Ognibene

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