Tell me Olivia: il progetto di Instagram che racconta le donne diversamente. La storia
Non smetteremo mai di dirlo (e su questa rivista lo faremo fino allo sfinimento) che a fare la storia, a renderci migliori sono per le persone normali, le vite di tutti i giorni. Non c’è bisogno di navigare i mari o scalare le montagne, perché ognuno ha qualcosa da raccontare. Magari la sua storia non sarà il plot di un best seller o i protagonisti non terranno mai tra le mani la statuetta degli Oscar, ma le loro vite saranno di ispirazione per qualcuno, stimoleranno a cambiare, a migliorare, a non commettere più errori, o semplicemente a strappare un sorriso per qualche minuto, o a immedesimarsi e condividere il dolore.
Questi sono gli uomini. Questi siamo noi.
E c’è un progetto che ha intuito perfettamente qual è il cuore di questa natura e ha fatto solo una cosa: ha messo in pratica e ha condiviso conoscenza. Stiamo parlando di Tell me Olivia e a raccontarci la storia è Francesca, la sua fondatrice.
Cos’è Tell me Olivia?
Tell me Olivia è un nuovo format Instagram di impronta giornalistica che vuole dar voce a chi spesso fa fatica a tirarla fuori o non riesce ad emergere a causa di realtà improntata su quella che definirei una “finta perfezione”. Come dico sempre “Tutte le donne hanno storie da raccontare” per questo mi piace pensare che chiunque nel proprio piccolo abbia un’esperienza che può essere condivisa e chissà, può ispirare positivamente qualcuno.
Chi c’è dietro al progetto?
Dietro al progetto ci sono io, Francesca, ragazza di 26 anni laureata in Economia e Management con un Master in Comunicazione che insoddisfatta (parzialmente) delle condizioni lavorative dei giovani laureati di oggi, ha voluto creare qualcosa di nuovo e forse un appiglio per chi cerca un sostegno o semplicemente una pacca sulla spalla per non demordere o scoraggiarsi.
Qual è lo scopo?
Lo scopo di Tell me Olivia, come ho anticipato, è quello di fungere da vero e proprio mezzo di comunicazione a 360 gradi, dando voce a chi fa fatica ad esprimersi. Vedendo la tipologia di società di oggi ho voluto focalizzarmi sulla figura della donna, spesso ancora troppo sminuita e surclassata dal genere maschile. Sia chiaro non sono femminista, ma credo che le donne rappresentino “la possibilità”. Riescono, grazie alle proprie mani, alla propria testa e al proprio cuore, a creare meraviglie. Inoltre Tell me Olivia funge anche da “piattaforma di networking” moltissime donne si leggono, si scrivono, scambiano numeri, et voilà nasce una nuova collaborazione o un nuovo progetto.
Perché solo su Instagram e non anche su un sito web?
Credo che bisogna iniziare sempre in punta di piedi, cercando di capire come tira il vento e spiegando poi le vele di conseguenza. Sono partita da Instagram perché è il social ormai più utilizzato e perché ha un grande impatto visivo, poi ovviamente se tutto andrà bene crescendo si amplierà.
In base a cosa si selezionano le storie di donne da pubblicare?
Fondamentalmente mi piacerebbe poter raccontare tutte le donne che mi si possano presentare davanti, ma ci sono delle piccole regole che, ahimè, devo seguire: tendenzialmente oltre alle donne che mi scrivono per essere intervistate, io ricerco sempre contenuti nuovi, diversi e particolari. Il profilo della persona intervistata non deve essere privato poiché ovviamente le persone devono poter accedere alla sua gallery, mentre il numero di follower non è rilevante. E infine, la gallery deve essere comunque ricca di contenuti, se ci sono poche foto ovviamente non può considerarsi appealing.
Le foto sono sempre perfette, tutte in bianco e nero, di alta qualità, e seguono tutte uno stile. C’è un fotografo che va in giro per l’Italia a scattare una foto alle protagoniste delle storie o, come fate?
Le fotografie seguono una scelta stilistica, ossia il bianco e nero. Questa scelta è stata fatta per una sorta di “democratizzazione”. Al giorno d’oggi molte hanno fatto shooting e hanno fotografie professionali, ma molte invece non possono avere questa possibilità, il bianco e nero elimina le differenze rendendo tutte le foto meravigliosamente diverse e al contempo uguali.
Ancora oggi, nel 2019, c’è bisogno di sottolineare quanto le donne siano importanti e le grandi cose che possono fare?
Non credo che “ancora oggi” sia il termine più corretto, bisogna sempre sottolineare quanto una donna valga e quanto essa possa contribuire. La storia ci ha dato degli insegnamenti, e per questo dobbiamo accettarla e cercare di non ripetere errori commessi. Questo lo si può fare solo grazie al cambiamento e all’informazione, ed è quello che cerco di fare nel mio piccolo con Tell me Olivia.
Quali storie volete raccontare?
Non ho un target di storia definito, qualsiasi storia val la pena di essere ascoltata allora è una storia che sicuramente può ispirare.
Vi arrivano anche richieste o la selezione è fatta internamente?
Arrivano, ovviamente, richieste di donne che vogliono essere raccontate che timidamente chiedono di poter alzare la voce, dall’altro lato c’è sicuramente alla base uno scouting interno.
Se doveste definire una donna Olivia style, come sarebbe in tre aggettivi?
Sensibile, coraggiosa, creativa.
Quando contano le parole e le storie per questo progetto?
Le parole in questo progetto sono tutto, amo follemente il parlar bene e mi commuovo quando ascolto una persona che, grazie alla sua celata arte oratoria, riesce a rapirmi quasi fosse una melodia. Le parole hanno una forza inimmaginabile, basta pensare tutte le volte che abbiamo letto un messaggio e a seconda del tono di voce il significato cambiava radicalmente. Con le parole si può raccontare qualsiasi cosa, qualsiasi storia, qualsiasi mondo. Mi piacerebbe poter far capire alle persone che le parole possono davvero aiutare, se poi seguite da gesti concreti ancor meglio.
Come si evolverà Tell me Olivia, se si evolverà?
Mi piacerebbe poter far crescere Tell me Olivia, la considero quasi una figlia che pian pianino muove i primi passi, poi comincia a corricchiare, e infine va da sola con le sue gambe. Spero possa un giorno diventare qualcosa di grande e di concreto.
Ah, ultima domanda. Come mai questo nome?
Mi hanno sempre insegnato che i nomi brevi con tante vocali sono molto più semplici da ricordare, così ho pensato ad Olivia. Inoltre se si fa attenzione al movimento della bocca quando si pronuncia questo nome, parte da semi chiusa e termina aperta come in un sorriso. Ed è proprio questo l’obbiettivo, tirar fuori storie che magari sono radicate all’interno e che quando escono fanno sorridere.
Trovate Tell me Olivia (@tellme_olivia) su Instagram