Dantedì, la Giornata dedicata a Dante Alighieri sarà il 25 marzo. Ecco cos’è

 Dantedì, la Giornata dedicata a Dante Alighieri sarà il 25 marzo. Ecco cos’è

Aggiornamento del 23/03/ 2020

A causa dell’emergenza Covid-19 che sta affliggendo il paese, tutte le iniziative previste per il Dantedì del 25 marzo si sono spostate online. QUI scoprirete le iniziative e alcune riflessioni sul perché questa giornata è molto importante.

 

Aggiornamento del 17/01/2020

Abbiamo la data ufficiale del Dantedì, la giornata dedicata a Dante Aighieri: sarà il 25 marzo. L’ha approvata la il ministro Dario Franceschini con la seguente motivazione:

“Ogni anno, il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia si celebrerà il Dantedì. Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali”. E poi conclude: “Dante ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”

 

Articolo del 20/10/2019

Se pensiamo a Dante Alighieri le prime due cose che ci vengono in mente sono il suo ritratto di profilo, e la nomea di essere il “padre della lingua italiana”. L’effige incisa su tela di Sandro Botticelli nel 1495 ci ridà un’immagine del “Sommo Poeta” – come si suole chiamare Dante –  di una persona altera, seria che guarda un luogo indefinito di profilo (mai scorderemo il suo mento pronunciato e il suo naso importante). Se ci concentriamo su Dante, accentrando l’attenzione sul secondo punto su menzionato, non possiamo non ritenere che Alighieri appartenga alla nostra famiglia italiana, quella da cui noi discendiamo, quella da cui lui discende. E non possiamo negare, altresì, che sia davvero il padre del nostro parlare, delle nostre parole, di quello che pronunciamo ogni giorno. E dalla notte dei tempi, si sa, a un familiare si rivolge un pensiero particolare quasi tutti i giorni (per i legami più stretti), una volta all’anno (forse) per i parenti alla lontana. Ma, date le volte in cui Dante Alighieri è comparso vivo e vegeto nelle nostre giornate di studio – chi non ha letto almeno un passo della Divina Commedia a scuola? – benevolmente o con fastidio (proprio come un parente), perché non dedicargli una giornata particolare e ricordarlo per le sue opere immani regalate alla lingua italiana?

La Giornata dedicata a Dante Alighieri

Nel 2021 ricorre il 700esimo anno dalla morte di Dante Alighieri e il Corriere della Sera, da un’idea del giornalista Paolo di Stefano, ha lanciato, nell’aprile scorso, la proposta di istituire il Dantedì, una giornata dedicata al poeta. L’idea si è fatta seria tant’è che associazioni, studiosi, istituzioni hanno dato il loro appoggio. Il percorso verso il Dantedì, ad oggi sta continuando e si è concretizzato nel deposito di una mozione parlamentare.

Il Dantedì ne La Lettura del Corriere della Sera

A tal proposito, il Corriere della Sera sta mandando avanti un interessante approfondimento su Dante Alighieri che oggi vediamo concretizzato in un articolo di Paolo Di Stefano su La Lettura del 20 ottobre. L’articolo “A Dante le parole non bastano perciò le inventa” è un breve ed efficace excursus sull’utilizzo dei neologismi nelle opere di Dante, e sul significato delle parole. Leggendo questo articolo cadranno tutte le vostre convinzioni sul significato delle poesie e delle parole di Dante. Si prende ad esempio il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”. Citiamo qualche parola. Se nell’accezione più comunque, onesta si riferisce a un aggettivo legato alla morale, in Dante la parola si riferisce a un fatto estetico al suo essere decorosa fisicamente, come spiega Paolo Di Stefano. Il giornalista continua con un altro esempio, quello della parola gentile e scrive: “gentile non è gentile, cioè garbata nei modi, ma nobile (d’animo)”.

L’articolo è corredato anche della visualizzazione grafica realizzata dall’illustratrice e designer Giulia De Amicis che ha riportato le parole più ricorrenti utilizzati da Dante nella Divina Commedia. Sapevate che la parola più frequente è occhi? Scritta ben 212 volte. Al terzo posto c’è cielo, ripetuta 168 volte, poi anche amore, 149 volte o mondo, 143.
Per seguire l’aggiornamento sul Dantedì vi invitiamo a tenere d’occhio la sezione dedicata sul sito del Corriere della Sera.

Foto di apertura Di Sandro Botticellitelegraphhttp://www.pileface.com/sollers/article.php3?id_article=312, Pubblico dominio, Collegamento

 

Blam

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