Il racconto del mercoledì: Lo scrittore in trincea di Veronica Nucci

 Il racconto del mercoledì: Lo scrittore in trincea di Veronica Nucci

Illustrazione di Sonia De Nardo

Ieri volevo scrivere un racconto ma ero a corto di idee.
Così mi sono chiesta dove potessi cercarle. Ho iniziato la mia ricerca dal frigorifero, scrutando nello scompartimento delle uova, ma non c’era niente, solo una piumetta piccola e bianca, testimone del passaggio di qualche ovetto ormai divenuto frittata. Piumetta seduta, però, si è tirata su e ha cominciato a lanciare urla di guerra verso di me, così, spaventata, ho chiuso in fretta il frigo.

Ho provato quindi a cercare sotto il divano ma ne è uscita fuori una nuvola di polvere così grande che, all’improvviso, ha iniziato a piovere in casa. Ho preso l’ombrello per ripararmi, poi mi sono ricordata che porta sfortuna aprirlo nei luoghi chiusi, così me ne sono sbarazzata in fretta.

Ad ogni modo nessuna traccia nemmeno lì.

Sospettosa, ho infilato, quindi, la testa nel guardaroba e un maglioncino rosa pesca di mohair mi ha abbracciato all’improvviso, con slancio. Aveva i bordini ondulati e due grandi bottoni azzurri e piangeva perline bianche. Sono rimasta impalata e l’ho lasciato fare. Di sottecchi, sbirciavo il resto degli scaffali e dei cassetti ancora in cerca di queste benedette idee ma loro, chissà perché, guardavano bene dal farsi trovare.

Due calzini spaiati, a un certo punto, uno blu e uno nero un po’ scolorito e bucato all’altezza dell’alluce, si sono avvicinati con passo incerto e stanco per chiedere l’elemosina. Ho dato loro due perline raccogliendole dal pianto del maglioncino rosa pesca, chiedendomi preoccupata se fosse abbastanza.

Poi ho chiuso l’armadio in fretta; la mia missione non era ancora finita.

Mi sono fermata di fronte alla piccola libreria in mogano della sala da pranzo. Due libri della Sellerio, ancor prima che mi avvicinassi, si sono messi a svolazzare sopra la mia testa emettendo degli stridii acuti. Planavano piano, volando a cerchio, per poi risalire e ricominciare con i loro versi sinistri. Sono corsa al riparo; non volevo finire nelle loro grinfie.

Ho cercato quindi nel cestino della frutta, ma una banana ha provato a spararmi mancando l’obiettivo per un pelo.
Non mi capacitavo del fatto che ce l’avessero tutti con me. Dopotutto ero solo a caccia di idee.
Mentre riflettevo su tutto questo, due mele sono atterrate con un fischio ai miei piedi. Ho fatto in tempo a spostarmi con un balzo prima che il boato dell’esplosione mi stordisse e una marea di schegge succose invadesse la cucina.

A quel punto ho rinunciato a cercare idee per il mio racconto.

Veronica Nucci

Blam

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