Il racconto del mercoledì: 25 dicembre 1992 di Arturo Caissut

 Il racconto del mercoledì: 25 dicembre 1992 di Arturo Caissut

Illustrazione di Vania Rossato

Non fa freddo, non fa freddo, non fa freddo: è la mattina di Natale ma non fa freddo. L’albero è carico di luci e palline e decorazioni; è ancora presto ma il fuoco nel caminetto è già acceso. Seduto sul parquet del salotto stai scartando insieme a tua sorella un regalo. Anzi, il regalo: lo intuisci dalla forma, dal peso, dal fatto che lo avete chiesto ai vostri genitori per mesi e mesi: è il Super Nintendo, passerai ore, settimane, anni interi a giocarci. Il tempo scorrerà e tu proverai a saltare gli ostacoli, a raccogliere cento monete per avere una vita extra.

Non fa freddo, l’albero che hai davanti non è uno di quelli del parco: è un abete con il puntale a forma di stella. Stai scartando il Super Nintendo, mamma è ancora viva, i tuoi genitori non hanno divorziato, la tua sorellina non ha divorziato. Tu non ti sei mai iniettato niente nel braccio.

Non fa freddo, non hai la schiena rotta e non puzzi di cane bagnato: indossi il pigiama, sei corso giù dalle scale per scartare i regali. A Babbo Natale non credi più da un pezzo ma fai finta di crederci ancora: teatro domestico. Tua sorella salta di gioia, sembra quasi più felice di te anche se più che altro lo fa per imitarti, per empatia, per non perdersi neanche un momento di quell’euforia natalizia.

Non fa freddo, non hai i denti marci e le unghie gialle, non hai i bronchi pieni di catarro e lo stomaco in subbuglio. Non sei solo: sei con mamma e papà e Cecilia, c’è un bel calore in tutti i sensi. Corri verso la televisione, traffichi un po’ con i cavi, inserisci quella cartuccia nella console nuova di zecca.

Non fa freddo, non ti stai trascinando verso la mensa dei poveri per vedere se ti danno del caffè o qualcosa di caldo: stai premendo il pulsante d’accensione. Schermo nero, due note soltanto seguite dalla scritta «Nintendo presents». Giocherai a Super Mario World finché tua madre non ti costringerà bonariamente ad andarti a vestire: stanno per arrivare i parenti per il pranzo, ma tu sei talmente impegnato a cavalcare Yoshi e a saltare in testa ai nemici, e guarda che colori! Senti che musica! È meraviglioso, questo sì che è un Natale da ricordare!

Non fa freddo, arriveranno i parenti e sarete tutti insieme: niente liti, tumori, tradimenti, delusioni, nessuno che quando ti vede sul marciapiede attraversa la strada per non incrociare il tuo sguardo. Tutti insieme, sarete tutti insieme: un lavoro non ce l’hai ma non importa, hai otto anni soltanto. Una moglie non ce l’hai ma chi se ne frega? Sei un bambino. Sì, sei ancora un bambino e hai tutta la vita davanti: è la mattina di Natale del 1992, tu stai giocando col tuo nuovo Super Nintendo. Sei ancora in tempo: non sono passati quasi trent’anni, non indossi vestiti della Caritas, non hai mai raccolto un mozzicone di sigaretta da terra per ingannare il tempo. Se chiudi gli occhi riesci ancora a vedere Mario saltare in groppa al suo dinosauro, prendere la rincorsa e volare via.

Non fa freddo. Se chiudi gli occhi non fa freddo.

Arturo Caissut

Blam

Articoli Correlati

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *