Romanzi ambientati in Iran: libri da leggere con i nostri consigli di lettura

 Romanzi ambientati in Iran: libri da leggere con i nostri consigli di lettura

I romanzi che raccogliamo in questa lista condividono una serie di temi, attraverso i quali è possibile delineare un quadro della storia contemporanea dell’Iran e intravedere il destino comune, individuale e collettivo, di coloro che abitano e hanno vissuto questa terra. Con storie e sguardi differenti, questi autori raccontano – come voci unisone all’interno di un coro – un Paese che langue e sogna insieme. La guerra e la rivoluzione, la libertà d’espressione e la censura, l’esilio e il ritorno, il senso di estraneità e quello di appartenenza alle proprie origini, le migrazioni in altri Paesi e la ricerca della propria identità, la pace e la violenza, l’uguaglianza di fronte alla legge e la disparità tra i sessi, la giustizia sociale e la repressione dei diritti umani: ogni autore canta di un viaggio, che è al tempo stesso personale e universale, un Iran tanto complicato quanto affascinante.

 

Romanzi ambientati in Iran: una lista da non perdere

Finché non saremo liberi. Iran. La mia lotta per i diritti umani di Shirin Ebadi

Shirin Ebadi è stata la prima magistrata iraniana e la prima musulmana a ricevere il premio Nobel per la pace (2003). Nel romanzo autobiografico Finché non saremo liberi (Bompiani, 2016) racconta il suo impegno indefesso – di avvocata, attivista e pacifista – per la tutela dei diritti civili e umani, e per il riconoscimento della parità tra i sessi. Nel romanzo, narrato in prima persona, emerge il ritratto di una donna tenace: Ebadi fronteggia gli innumerevoli impedimenti che la osteggiano nell’esercizio della professione legale a Teheran; combatte contro ogni forma di ingiustizia; si batte soprattutto per le donne, soggette all’emarginazione sociale e a un trattamento discriminatorio, in forza di una fuorviante interpretazione dei principi della sharia, la legge islamica. Nonostante le intimidazioni della classe dirigente, le settimane di detenzione in carcere, le persecuzioni da parte dell’intelligence e il rischio di perdere famiglia e lavoro, Ebadi si è sempre fatta paladina – persino oggi che vive in esilio all’estero – della libertà di espressione e opinione dei suoi conterranei, e portavoce della ribollente insoddisfazione che domina ancora oggi nella società iraniana.

 

Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi

Leggere Lolita a Teheran (Adelphi, 2004) è il best seller della scrittrice e professoressa iraniana Azar Nafisi, residente oggi negli Stati Uniti. La storia, scritta dall’autrice in lingua inglese quando viveva già in America, è un appassionato e ardito gesto d’amore che la scrittrice dedica alla letteratura e al suo Iran. Nel romanzo, che prende spunto da vicende personali, l’autrice mette nero su bianco la propria denuncia sociale e politica contro il governo dittatoriale e oscurantista, instauratosi in Iran dopo la rivoluzione del 1979, con l’ascesa dell’ayatollah Khomeini alla guida della nascente Repubblica islamica. La protagonista del romanzo, non a caso, è Nafisi, un’insegnante di Letteratura inglese dell’Università iraniana Allameh Tabatabai; a causa delle pressioni esercitate dal regime, Nafisi abbandona il proprio incarico ufficiale, ma decide di organizzare, insieme a sette delle sue studentesse, un ciclo di seminari a cadenza settimanale, durante i quali leggere e analizzare alcuni grandi classici della letteratura mondiale, i cosiddetti «libri proibiti», fra i quali: Lolita, Cime tempestose, Le mille e una notte, Il grande Gatsby, Daisy Miller, Piazza Washington, Orgoglio e pregiudizio. In questo «salotto letterario» il libro diventa uno strumento di ribellione, e la letteratura un universo immaginario attraverso il quale evadere e spogliarsi di ogni velo: raccontare la propria storia e le battaglie quotidiane che ciascuna è costretta ad affrontare fra le mura domestiche diviene, così, un  viaggio di emancipazione e liberazione interiore. In queste pagine l’autrice dimostra che leggere è libertà, incontro e, soprattutto, possibilità di affrancamento da ogni forma di repressione del pensiero e conservatorismo culturale. Che leggere è rivoluzione.

 

Il sentiero delle babbucce gialle di Kader Abdolah

Un intreccio di mito e realtà, un racconto esotico ed evocativo, una storia di radici e di appartenenza, di presente e passato, Il sentiero delle babbucce gialle (Iperborea, 2020), finalista al premio Lattes Grinzane 2021, è l’ultimo romanzo dello scrittore iraniano Kader Abdolah. Attraverso un’ingegnosa struttura a cornice – cara alla letteratura orientale –, l’autore imbastisce una storia la cui spola è l’Iran: terra vissuta, abbandonata, ricordata e, infine, compianta.

Il romanzo mescola elementi autobiografici come l’esilio, e motivi ispirati alla vita del poeta rivoluzionario Saeed Sultanpour, giustiziato nel 1981 dal regime islamico. Lo stratagemma «manzoniano» del manoscritto ritrovato dà avvio alla narrazione principale, che ripercorre la storia di Sultan Golestan Farahangi, persiano benestante e apprezzato regista di documentari che – a causa del suo attivismo contro il regime khomeinista poi – vive ormai da rifugiato in una campagna olandese. La narrazione non procede linearmente ma percorre un filo di racconti, cuciti insieme dalla memoria di Sultan: la trama dei suoi ricordi – dall’antica città di Arak a Teheran, l’epoca dei nonni e dei loro jinn tutelari fino alla sua vocazione per il cinema e l’esilio in Olanda – è il tessuto di un Paese intero. Un racconto nostalgico, a tratti onirico, che evoca antiche tradizioni popolari, favole e visioni.

 

Censura. Una storia d’amore iraniana di Shahriar Mandanipour

Pubblicato da Rizzoli nel 2009, tema centrale di questo romanzo è la censura, esercitata dal ministero della Cultura e della Guida religiosa iraniana sulla libertà di espressione dei suoi cittadini. Uno scrittore che vive in Iran è alle prese con la scrittura di un romanzo d’amore i cui protagonisti sono due ragazzi, Sara e Dara, che si conoscono per caso durante una manifestazione di protesta contro il governo. I due non possono vivere liberamente il loro sentimento, come ; tenersi per mano o scambiarsi gesti d’affetto in pubblico – neanche nella dimensione fittizia del racconto – sono banditi dal regime che vieta di veicolare, persino in letteratura, messaggi considerati osceni e scabrosi. Per eludere la censura e far sì che la sua storia non subisca tagli e correzioni, lo scrittore-protagonista si servirà, per la stesura del suo romanzo, di alcuni espedienti retorici, come allusioni, metafore e messaggi in codice. L’autore di Censura cerca di riflettere, attraverso una storia in parte autobiografica, sulla condizione dello scrittore, e dell’artista in generale, nell’Iran di oggi.

La censura è al centro della narrazione, ma anche, e soprattutto, lo è l’amore: per la libertà, per la vita, per una vita libera. Quest’opera, come altre scritte da Shahriar Mandanipour, non è mai stata pubblicata in Iran, e affida alla potenza della letteratura la denuncia di quei veti che sono pesati, nel tempo, sull’intera attività artistica e letteraria dell’autore.

 

Mille farfalle nel sole di Kamin Mohammadi

Mille farfalle nel sole (Edizioni Piemme, 2013) è il racconto autobiografico di Kamin Mohammadi, scrittrice e giornalista iraniana che nel 1979, a soli 9 anni, con l’istituzione del regime fondamentalista della Repubblica islamica, fugge dall’Iran insieme alla famiglia e si trasferisce a Londra. Qui si troverà a fare i conti con una nuova vita, da rifugiata, in un Paese straniero. La vicenda privata della famiglia Mohammadi si intreccia inevitabilmente con la grande Storia, il passato con il presente. Il racconto da Oriente migra a Occidente, per poi ritornare dove tutto è iniziato: nelle immagini rievocate da Kamin, una volta adulta, diviene prepotente il desiderio di casa. La storia di Mohammadi, come quella di tante e tanti iraniani costretti alla fuga, è contrassegnata dalla nostalgia e dalla ricerca delle proprie radici, da un profondo senso di appartenenza e di attaccamento ancestrale alle proprie origini e alla propria cultura, grembo dell’ identità individuale e collettiva.

 

A cura di Clara Frasca

Blam

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