“Portofino blues” di Valerio Aiolli racconta il caso di cronaca nera in cui morì la contessa Francesca Vacca Agusta nei primi anni Duemila

 “Portofino blues” di Valerio Aiolli racconta il caso di cronaca nera in cui morì la contessa Francesca Vacca Agusta nei primi anni Duemila

È arrivato fino alla dozzina del premio Strega 2025 il nuovo romanzo di Valerio Aiolli, Portofino blues (Voland, 2025), proprio come accadde con il suo precedente, Nero ananas (Voland, 2019). Con uno stile magnetico e puntuale, Aiolli riprende il celebre caso di cronaca nera degli anni Duemila in cui fu uccisa la contessa Francesca Vacca Graffagni Agusta e racconta così il lato più patinato – e forse quello più odiato – del nostro Paese di quegli anni.

Portofino blues di Valerio Aiolli: la trama del libro

È l’8 gennaio 2001 quando la contessa Francesca Vacca Graffagni Agusta precipita dalla scogliera della sua villa Altachiara a Portofino. È da qui che l’autore per raccontare la vita della contessa e delle persone che erano con lei negli ultimi giorni della sua vita: Maurizio, ex compagno con cui la contessa ha un rapporto strettissimo; Tirso, il nuovo amore, e maggior beneficiario del testamento della contessa. Ma ancora, la giovane amica Susanna, i domestici, gli abitanti di Portofino, fino a ripercorrere l’intera storia della famiglia Agusta, la costruzione delle ricchezze, la gioventù e il primo matrimonio di Corrado, che lascerà la moglie per sposare Francesca. E nel mezzo, rimandi a Bettino Craxi, Antonio Di Pietro, Vittorio Emanuele di Savoia, Marina Ripa di Meana; tutti hanno sfiorato le esistenze dei protagonisti di questo noir che si muove fra testamenti aperti e interviste rilasciate ai giornali di gossip.

Quando la Storia diventa storia

Leggere Portofino blues significa tornare all’Italia degli anni Novanta, un decennio segnato dal crollo di vecchi equilibri politici, con Tangentopoli e Mani pulite a sconvolgere la scena politica italiana. Ma è anche questo un periodo di disillusione, di nuovi inizi, di nostalgia per un passato che sta scomparendo, e curiosità per un futuro che sta arrivando troppo velocemente. La prima televisione commerciale e il jet set che resiste, immutabile ed eterno. È così leggiamo della giornata di shopping americano di Francesca e Marina, con rientro a Portofino in serata; delle magnifiche gite in Messico, delle feste interminabili, della droga da consumare direttamente nei bar del paese. Vite lontanissime dal resto del Paese. E lo stesso ci sembra tutto credibile, e possibile. Così la Storia ci appare grottesca, sì, ma restiamo lo stesso incollati alle pagine che raccontano di queste vite lontanissime e scintillanti, alle storie che popolano le enormi ville affacciate a strapiombo sul mare.

La scrittura di Valerio Aiolli in Portofino blues

È una scrittura densa e meticolosa quella che ci accompagna in questo viaggio dentro e fuori la storia della contessa Francesca Agusta. Ogni personaggio è analizzato, smontato e poi rimontato al punto che il mondo interiore di ciascuno arriva a chi legge in modo vivido e attuale, benché in molti casi si tratti di persone non più tra noi, come la contessa. E allora, come sempre accade quando il gesto letterario è misurato e ben fatto, si finisce per comprendere e per immedesimarsi nelle azioni e nei motivi di ciascun personaggio di questo che è un mondo lontano e patinato, fatto di ambizioni, eccessi e contrasti. Un mondo che è stato lo sfondo e la fine della vita della contessa, e che ancora risuona in certi luoghi nascosti del nostro Paese.

A cura di Martina Renna

Blam

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