La catastrofica visita allo zoo: l’ultimo bestseller di Joël Dicker racconta la tragedia di una gita scolastica

A solo un anno di distanza dall’uscita di Un animale selvaggio, Joël Dicker (edito da La nave di Teseo e tradotto da Milena Zemira Ciccimarra) torna con una storia sulla legge di Murphy con protagonista un gruppo di bambini. Il risultato è La catastrofica visita allo zoo, un romanzo per tutti, che racconta con ironia e leggerezza aspetti quali inclusione, democrazia e scontro generazionale, pur senza rinunciare all’atmosfera da giallo tipica dello scrittore ginevrino.
La catastrofica visita allo zoo di Joël Dicker: la trama del libro
Siamo a pochi giorni da Natale e una gita scolastica allo zoo cittadino si trasforma ben presto in una tragedia: anzi, in una catastrofe, come suggerito dal titolo del libro, appunto. La visita è solo la prima di una serie di peripezie che si incontrano durante la lettura. A narrare gli eventi è l’io-narrante Joséphine, anche protagonista, oramai diventata adulta che decide di raccontare in un libro cosa è successo quel giorno allo zoo.
Minoranza rumorosa, maggioranza silenziosa
Risolvere le indagini, scoprire chi vuole il male della loro scuola e per di più farlo senza farsi scoprire dai grandi, comunque spesso distratti o leggermente imbranati: La catastrofica visita allo zoo diverte e commuove, specie quando i personaggi sono alle prese con una recita natalizia votata all’inclusività, ennesima catastrofe permettendo. È proprio in questo frangente che Dicker sottolinea come il ripetersi della dinamica «minoranza rumorosa, maggioranza silenziosa» governi il mondo. I colpevoli di un fallimento non sono quelli che in minoranza fanno più confusione, perché hanno comunque il diritto di esprimersi, ma quelli attorno che, pur essendo in maggioranza, restano a guardare. Un esempio su tutti: astenersi dal votare. In La catastrofica visita allo zoo emergono, infatti, sin da subito alcune grandi divisioni, destinate però a essere sovvertite e forse del tutto azzerate. Nel romanzo troviamo Artie, l’ipocondriaco; Otto, il saputello coi genitori separati; Giovanni, il figlio di una ricca famiglia di industriali; Yoshi, che non parla mai; Thomas, figlio di un maestro di karate col quale è fissato e infine la protagonista Josephine, che capisce le cose prima degli altri. A guidare questo sestetto la dolce signorina Jennings. A causa di un grave danno alla struttura, la scuola per bambini «speciali» andrà presto a mescolarsi pericolosamente (e senza possibilità di ritorno) con la scuola dei bambini cosiddetti «normali», sotto l’egida del goffo direttore, burbero solo all’apparenza. E mentre si tenta di capire quale sia stata la causa ma soprattutto il movente che ha portato all’atto vandalico, si apre un altro fronte di sfida, quello tra i bambini impegnati a ragionare come i grandi, con velleità da piccoli Poirot, e gli adulti, che sembrano non capire mai fino in fondo il come, il quando e il perché di certe cose.
La scrittura di Joël Dicker in La catastrofica visita allo zoo
Un libro nel libro: Dicker affida il racconto del romanzo alla piccola Josephine, io narrante e futura autrice del libro stesso, che per prima racconta quella famosa giornata allo zoo, ricordata ancora a distanza di anni da tutta la cittadina. La scrittura è piana e il registro è semplice, nonché infantile, e perciò coerente con l’età dei personaggi. La catastrofica visita allo zoo ha una connotazione sociale forte, che è un po’ ciò che ci si aspetta da un autore giallo.
A cura di Milo Salso