L’ultimo romanzo “Il cerchio dei giorni” di Ken Follett indaga sul mistero di Stonehenge
Affascinato da uno dei siti archeologici più visitati al mondo, Ken Follett, che sfiora i 200 milioni di copie ed è tradotto in circa 80 Paesi, è tornato nelle librerie con un nuovo romanzo, Il cerchio dei giorni (Mondadori, 2025), che ruota intorno alle origini del monumento in pietra più enigmatico della Storia: Stonehenge, il celebre cerchio megalitico nel sud del Regno Unito. Tante le questioni ancora irrisolte: ispirandosi ai misteri del luogo, Follett ne fa il teatro di vicende appassionanti e prova a immaginare risposte trascinando i lettori indietro di qualche millennio.
Il cerchio dei giorni di Ken Follett: la trama del libro
«Sono sempre stato attratto dalle storie di persone comuni che fanno cose apparentemente impossibili»: Il cerchio dei giorni è infatti un romanzo popolato di personaggi comuni, destinati a compiere un’impresa memorabile. Tutto si svolge nella Grande Pianura, dove ogni anno i membri delle tribù locali si incontrano per il baratto e per assistere alla Cerimonia di Mezza Estate, che celebra l’inizio di un nuovo anno. Le danze e i canti delle sacerdotesse incanteranno la giovane e determinata Joia, che per la prima volta riesce a intravedere cosa c’è nel suo futuro; intanto Neen, sua sorella, si innamora di Seft, cavatore di selce dalla spiccata intelligenza. È proprio presso la tribù di pastori, cui le due donne appartengono, che Seft troverà il suo posto. Le loro vite si intrecciano a quelle delle altre tribù – gli abitanti dei boschi e i contadini; per quanto diverse, ciascuna con le proprie consuetudini, tra loro regna la pace. Fino a quando una lunga carestia metterà a dura prova i rapporti locali, esasperati dalla violenza del guerrafondaio Troon. Per Joia e Seft è il momento di realizzare un progetto rimasto a lungo sopito, che forse potrà risvegliare il senso di appartenenza delle tribù: costruire un monumento in pietra che resista al tempo e alla distruzione.
Stonehenge, un sogno possibile: fantasia e realtà in Il cerchio dei giorni
Nel ritrarre la vita delle tribù della Grande Pianura, Follett si sofferma sui rapporti di potere, e sulla precarietà dell’armonia all’interno di una comunità. In questo scenario, si contrappongono due tipi di personaggi: quelli che si ribellano alla prepotenza, e quelli che – non avendo alternative – trovano altre vie per resistere. Ribellarsi, però, vuol dire anche cercare una soluzione migliore ai problemi comuni, e convincere chi ostacola qualsiasi tentativo di progresso. È così che Seft e Joia si lanciano in un’impresa ardua. Il piano ha un’unica incognita: il trasporto degli enormi massi attraverso la valle. Il cavatore di pietra si rivela un brillante ingegnere, mentre Joia fa leva sul suo innato carisma per coinvolgere un gran numero di visitatori durante il rito di Primavera: la sacerdotessa sa bene che quelle pietre consentiranno di dare una forma all’incessante scorrere degli anni, di distinguere le stagioni e predire le eclissi. Stonehenge diventa così la realizzazione di un sogno che travalica spazio e tempo: «Viaggiatori provenienti anche da terre sconosciute oltre il Grande Mare restavano meravigliati e dicevano che non esisteva niente di simile nel mondo conosciuto».
La scrittura di Ken Follett in Il cerchio dei giorni
Il cerchio dei giorni è un romanzo corale che racconta la vita delle tribù antiche scandita dai ritmi della natura e basata su equilibri fragili. Ma è anche una storia di forti antagonismi. Nella descrizione dei conflitti delle tribù locali si ritrovano influenze di ispirazione epica, per cui ciascun personaggio incarna valori ben definiti: così è per Seft, abile inventore dedito alla famiglia, per l’anziana Ani, avversa alla guerra e fedele alle vie diplomatiche, per Joia, che trova nel suo ruolo di sacerdotessa una missione da portare a termine per il bene collettivo. Emblematico è l’episodio che vede protagonisti proprio Joia e Troon, capo della tribù dei coltivatori, al culmine dell’assalto che, durante il Rito di Primavera, questi ordiscono per impedire il trasporto delle pietre verso il monumento. Uomo violento e misogino, Troon si vedrà costretto a implorare la donna pur di avere salva la vita: in un moto d’esitazione che risveglia un’eco virgiliana, Joia dovrà decidere se risparmiarlo o vendicare la morte del fratello. Da lei dipenderà l’esito dell’impresa: un sito in pietra, a sua volta, sancirà l’atto di rifondazione di una civiltà in grado di riconoscere e salvaguardare i propri valori.
A cura di Annateresa Mirabella

