Il giovane poeta di Gaza che vive in una tenda: esce il suo libro con le sue poesie
Yahya Al Hamarna è un poeta che ha esordito quest’anno con una raccolta di poesie intitolata: My Voice Cannot Be Bombed, edito da Iskar Poetry Book (qui per acquistarlo; al momento esiste solo la versione in inglese, ma traduttori e editori italiani: fatevi avanti). Yahya è però innanzitutto un ragazzo Gazawi di ventiquattro anni. A seguito dei bombardamenti a Gaza di questi mesi, la sua casa è stata distrutta e lui è stato costretto all’ennesimo spostamento forzato. Ora vive in una tenda in condizioni estremamente precarie difficili anche solo da immaginare. È riuscito a portare con sé solo quattro dei suoi tanti libri e nonostante tutto trova ancora la forza di scrivere e di esprimersi.
Potete seguire e aiutare Yahya sul suo profilo Instagram che trovate qui; al suo link in bio trovate anche il crowdfunding per aiutarlo.
Di seguito pubblichiamo un estratto della sua raccolta. Questa è la sua voce.
Settecento giorni di sopravvivenza Seven Hundred Days of Survival
Settecento giorni di sopravvivenza Seven Hundred Days of Survival
Settecento giorni di sopravvivenza Seven Hundred Days of Survival
Settecento giorni Seven Hundred Days
Li sussurro a me stesso I whisper them to myself
Li conto sulle dita I count them on my fingers
Ogni giorno scorre lento Every day is slow
Ogni notte si riempie del ronzio degli aerei Every night is filled with the buzz of airplanes
«Paura» «Fear»
Si insinua dentro le ossa Resides in the bones
come una lunga ombra che mi segue Like a long shadow that follow me,
Ma io ci metto un po’ di legna But I plant wood beneath it
e accendo un piccolo fuoco And light a small fire
per riscaldare i miei sogni To warm my dreams
«Dolore» «Pain»
Una parola incisa sul muro dello sradicamento A word engraved on the wall of displacement,
L’ho portata con me I carried it with me
da una casa a una tenda From house to tent
e da una tenda a una strada vuota And from tent to empty street,
Eppure And yet
I miei piedi non hanno mai perso My feet never lost
il ritmo dei loro passi The rhythm of their steps
«Speranza» «Hope»
Nonostante tutto Despite everything,
L’ho vista nelle mani di una madre I saw it in the hand of a mother
che ripara suo figlio con la sua unica coperta Covering her child with her only coat,
Nella risata di un amico In the laughter of a friend
che crea una lanterna nell’oscurità Crafting a lantern out of the darkness,
In una nonna In a grandmother
La vedo nello sguardo di una mamma I see it in the eye of a mother
che nasconde il suo bambino Hiding her child
Nel sorriso di un amico che resiste all’estinzione In the laughter of a friend resisting extinction
Nelle preghiere di una nonna In the prayers of a grandmother
che alza le mani al cielo Raising her hands to the sky
«Sfida» «Challenge»
Affinché un nome sopravviva alla cancellazione For the name to survive the erasure
Un sogno sopravviva alle macerie For the dream to survive the rubble,
E l’amore resista nonostante l’assedio For love to remain despite the siege
Come un ulivo Like an olive tree
sradicato dal tempo Unuprooted by time
Io sono qui I am here
Lo dico a chi rimane I say it to everyone who remains
Lo dico a chi se n’è andato I say it to everyone who has departed,
Io sono qui I am here
Dopo settecento giorni After seven hundred days
Scrivo, respiro, mi aggrappo I write, I breathe, I cling
a sogni più grandi della guerra to dreams bigger than war
Gaza Gaza
mi insegna ogni mattina Teaches me every morning
che sopravvivere non è solo restare in piedi That survival os not just staying
ma una promessa continua But an ongoing promise
di sollevare la testa verso il cielo To raise my head to the sky
e dire And say
anche questo cuore sopravviverà This heart will survive too
e in esso fiorirà una nuova primavera And a new spring will grow in it.
Yahya Al Hamarna
Traduzione in italiano di @jessica.justbehindthesoul

