I consigli di lettura di Beatrice Salvioni, autrice del caso letterario “La Malnata” e del sequel “La Malacarne”, presto anche una serie tv

Ph. Stefano Conte
Dopo l’esordio con La Malnata (Einaudi, 2023), diventato a suo modo un caso letterario (e uscito in contemporanea in tutta Europa), Beatrice Salvioni torna in libreria con La Malacarne (Einaudi, 2024), sequel del primo romanzo e che vede ancora protagoniste le due amiche Francesca e Maddalena cresciute negli anni del fascismo. Una storia, questa di Salvioni, che, oltre a essere in via di traduzione in diversi Paesi, diventerà presto anche una serie tv. Beatrice Salvioni si è diplomata alla Scuola Holden di Torino e ha vinto il premio Calvino racconti. A lei abbiamo chiesto di consigliarci tre libri da leggere assolutamente.
La Malacarne di Beatrice Salvioni raccontato dall’autrice
«La Malacarne si apre con una ragazza che scappa di casa di notte, senza scarpe, con indosso solo una vestaglia e stringendo a sé una cappelliera piena di lettere. Scappa di casa perché ha scoperto che il padre, che le aveva promesso che avrebbe inviato quelle lettere, non l’ha mai fatto. E tutte queste lettere sono quelle che lei per quattro anni ha scritto a Maddalena, la sua amica che è stata rinchiusa in manicomio. Ed è stata rinchiusa perché quattro anni prima entrambe erano state coinvolte nella morte di un ragazzo che aveva tentato violenza su Francesca. Maddalena, che era sempre stata «la Malnata», la portatrice di disgrazie, è stata lei che ha subìto la pena peggiore ed è finita in manicomio. Francesca per quattro anni le ha scritto ma il padre non ha mai spedito queste lettere. Lei sentendosi tradita scappa di casa.
E la prima frase del libro è: “Credevo sarei diventata grande tutta d’un colpo, quella notte; invece, l’unica cosa di cui mi resi conto fu che non avevo le scarpe”. Il senso della Malacarne sta proprio in questa fatica di crescere, perché Francesca non crescerà attraverso la scelta istintiva di quella notte, o attraverso il desiderio viscerale di ritrovare Maddalena, di farla uscire dal manicomio, ma crescerà soprattutto affrontando la fatica di confrontarsi col rumore del mondo, perché il romanzo è ambientato dal 1940 al 1945. All’inizio Francesca vorrà metterlo a tacere, il rumore del mondo, la paura della guerra. Penserà che sono cose che non le riguardano, ma a un certo punto dovrà averci a che fare e quindi il suo crescere sarà legato proprio al momento di scegliere da che parte stare, affrontando l’idiozia atroce della guerra, e poi entrando in scena durante la Resistenza antifascista, e arrivando fino alla Liberazione. È una storia di destini che si intrecciano, soprattutto quelli di Francesca e Maddalena, che si cercheranno, respingeranno, si ritroveranno e salveranno durante tutta la storia».
I consigli di lettura di Beatrice Salvioni
L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel
«È ambientato in un’estate caldissima, nel 1984, in una piccola città dell’Ohio in cui arriva il diavolo. Ma non è arrivato per caso, è stato invitato dall’integerrimo pubblico ministero della città, ossessionato dalla giustizia, che scrive sul giornale per invitare il diavolo. Il diavolo accetta, arriva. Solo che è un bambino, con la pelle scurissima, gli occhi verdi. La prima cosa che chiede è un gelato. E scoperchierà il male nascosto negli abitanti di questa città».
Pubblicato da Atlantide nel luglio del 2020.
Cani selvaggi di Helen Humphreys
«In questa città del Canada improvvisamente sei cani scappano, fuggono nel bosco, scelgono di diventare selvaggi. E la storia è soprattutto dei loro padroni che si ritrovano ogni sera in un campo ai margini del bosco a chiamare ad alta voce i loro cani, sperando che tornino a casa. La storia sarà sul legame che si forma fra queste persone. Un legame d’amicizia, ma anche d’amore e si ritrovano nelle loro reciproche solitudini».
Pubblicato da Playground nel gennaio del 2007.
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza
«Un libro straordinario che avrei tanto voluto incontrare da più giovane, però mi ha comunque folgorato anche a venticinque anni, e per il personaggio di Modesta. Modesta è una rivoluzione. Il suo corpo è al centro ed è un corpo libero. Riesce a liberarsi dalla vergogna. C’è una cosa bellissima che nel podcast Morgana Chiara Tagliaferri e Michela Murgia dicono è che tutto ciò che intralcia il suo desiderio soccombe all’insegna della sua indipendenza».
Pubblicato in versione integrale nel 1998 da Nuovi equilibri, poi ripubblicato da Einaudi.
A cura di Valeria Zangaro e Beatrice Salvioni